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Il caso

Modena, Damiano Cassanelli sospeso dal Barozzi per un'intervista: spuntano le foto che confermano la sua tesi

di Paola Ducci e Davide Berti
Modena, Damiano Cassanelli sospeso dal Barozzi per un'intervista: spuntano le foto che confermano la sua tesi

Tutte le prove saranno portate anche davanti al Tar per il ricorso

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MODENA. Il giorno dopo la sospensione di Damiano Cassanelli, l’aria al Barozzi è ancora più pesante. Docenti e ragazzi vanno subito al punto contestato al ragazzo: la veridicità delle dichiarazioni di Damiano al nostro giornale.

LE TESTIMONIANZE CHE CONFERMANO LA PERQUISIZIONE

I ragazzi uscendo da scuola non hanno dubbi: «Le perquisizioni alla fine dello scorso anno scolastico ci sono state. Si entrava a braccia alzate». E arrivano video e foto che testimoniano come l’ingresso, quel giorno, sia stato quanto meno anomalo. Tutti in fila per lasciare borse e zaini, come si vede dalle foto «e anche tutto quello che avevamo nelle tasche». Il punto è qui, sostenendo questa tesi Damiano avrebbe infangato il buon nome della scuola.

Il buon senso non ha prevalso e ora per lui si aprono tre possibilità: fare ricorso al Tar, accettare il provvedimento o accettare di convertire la sanzione in attività a favore della comunità. Come se avesse rubato in uno zaino o imbrattato un muro. È stato riconosciuto colpevole per aver criticato la scuola da rappresentante di istituto.

LE MOTIVAZIONI DEL CONSIGLIO D'ISTITUTO

La decisione del Consiglio di istituto è avvenuta in quanto è stata constatata l’assenza di elementi a supporto della veridicità dei fatti nelle dichiarazioni rilasciate da Cassanelli al nostro giornale e non ritiene accettabile la memoria difensiva presentata dallo studente. Ora per la prima volta compaiono anche le foto del giorno contestato.

A difesa di Damiano Cassanelli spuntano alcune testimonianze audio (poi trascritte dall’avvocato e sottoscritte con nome e cognome dagli autori della testimonianza) che raccontano delle perquisizioni dell’ultimo giorno di scuola dell’anno scolastico 2022/2023. Ad esse si aggiungono anche brevi video che lasciano intendere che qualcosa di anomalo quella mattina effettivamente era accaduto. Tutto questo materiale, ovviamente, finirà nel ricorso al Tar che il ragazzo presenterà.

IL CASO NATO NELL'ULTIMO GIORNO DI SCUOLA 2022/23

Da quanto riferiscono i ragazzi e le ragazze, le perquisizioni erano avvenute perché la dirigenza non voleva che gli studenti festeggiassero all'interno della scuola la fine dell’anno scolastico. «Tutti gli studenti erano ammassati davanti alla porta e facevano entrare due o tre persone al massimo alla volta invitandoci ad alzare le braccia in modo che potessero controllarti la borsetta per poi farci lasciare lo zaino in un atrio incustodito – racconta uno studente che, come gli altri, terremo anonimi per evitare che cadano in sanzioni – Dopo aver passato i controlli potevi entrare in classe dove siamo rimasti fino alla fine dell’orario scolastico senza nemmeno la possibilità di ascoltare un po’ di musica».

«L’ultimo giorno dell’anno scolastico 2022/2023 – aggiunge un altro studente testimone – ricordo che mi avevano fatto entrare in classe intorno alle 8,40 mentre mezza scuola era ancora fuori in cortile perché l’ingresso era solo da una porta dove si erano posizionati alcuni bidelli che controllavano lo zaino a chiunque e dicevano di entrare nell’istituto alzando le braccia. Sembrava di stare in una prigione. Io che quel giorno indossavo una felpa non potevo entrare a scuola se non mi toglievo la felpa e così ho fatto. Ad mio compagno avevano ritirato il casco mentre ad altri erano state ritirate bottiglie e borracce».

Ora restano da capire i tempi del ricorso al Tar e se Damiano accetterà la possibilità di convertire la sanzione in attività a favore della comunità.