Modena, parrucchieri ed estetisti: più di uno su 4 non è in regola
Abusivo il 27% delle attività del “beauty”
Un’azienda su quattro del mondo del benessere opera in modo abusivo. A rivelarlo è un’indagine condotta dall’Ufficio studi Cna di Modena, focalizzata dunque sul ruolo del settore “beauty” nella vita quotidiana. Nel corso dell’indagine è stata esaminata la richiesta di servizi di acconciatura ed estetica, rivelando che quasi tutti i cittadini della nostra provincia (il 99%) si affidano, almeno una volta al mese, ad acconciatrici ed acconciatori (nel dettaglio: il 40% una volta al mese, il 7% più di una volta al mese, un quarto del campione una volta ogni due mesi e poco più del 13% una volta ogni quattro mesi). Diversa la situazione per i centri estetici: la percentuale dei cittadini che vi fa ricorso scende a poco meno della metà della popolazione, con una netta prevalenza femminile.
Quanto costa
La spesa mensile mostra differenze di genere significative: oltre il 70% della clientela maschile dei barbieri spende tra i 10 e i 30 euro, mentre è ben diversa la situazione della clientela femminile dei parrucchieri, con il 25% che spende tra i 30 e i 50 euro, il 27% che spende tra 50 e i 100 euro. Solo un terzo del campione, invece, spende meno di 30 euro. Inoltre, le imprese del settore “beauty” possono essere incluse tra servizi di prossimità, perché circa il 70% della clientela percorre meno di tre chilometri per farvi ricorso. Con l’avanzare dell’età, ovviamente, la distanza diventa ancora più rilevante e la distribuzione capillare di saloni di acconciatura e centri estetici diventa un punto di forza sociale.
Ma come vengono scelti questi servizi? Il passaparola la fa da padrone con percentuali che si aggirano tra il 50 e 60%. A seguire, la ricerca su internet o tramite social. Gli operatori del settore costruiscono rapporti fiduciari con i clienti: solo il 20% dichiara di frequentare più di un barbiere/parrucchiere e appena il 13% più di un centro estetico. Ma va osservato che nella fascia più bassa d’età, tra i 18 e i 29 anni, la diversificazione cresce arrivando al 43% per i saloni di acconciatura e al 26% per i centri estetici.
Tante irregolarità
Ma il lato oscuro del settore emerge con forza: il 27% delle attività, ovvero più di una su quattro, opera in modo irregolare, superando di gran lunga la media nazionale del 14%. «Si tratta di una percentuale troppo alta - commenta Luisa Burani, responsabile di Cna Benessere e Sanità Modena, l’Unione che accorpa le imprese dell’acconciatura ed estetica - tenendo presente che nella nostra provincia sono attive quasi 2.500 aziende. Sono quindi necessari interventi incisivi in tema di abusivismo da parte degli organi preposti. Questa battaglia richiede una stretta collaborazione tra le autorità di controllo e gli operatori del settore. Occorre intensificare le verifiche e applicare sanzioni per chi opera nel totale anonimato. Un ruolo decisivo, per esempio, lo potrebbe svolgere la polizia postale, per vagliare i vari social network e siti web, ove anche gli abusivi promuovono i propri servizi. Come Cna - conclude Burani - ci teniamo a sensibilizzare fruitori dei servizi del “beauty” sul tema della legalità. Chi lavora in regola, oltre a confermare la propria professionalità, protegge la salute dei clienti, tutela i propri lavoratori e sostiene l’economia e lo sviluppo del Paese. In questa direzione va letto il nostro impegno nel promuovere nuovi regolamenti per le imprese del settore nei comuni del territorio».
I numeri in provincia
Sul territorio modenese operano 2.464 imprese dell’acconciatura, dell’estetica e del tatuaggio. Gran parte di queste - il 64,4% - è rappresentata da parrucchiere e barbieri, arriva poi l’estetica con il 25,9% mentre il mondo del tatuaggio e del piercing rappresenta il 4,7% (il 5% non risulta codificato). Nella maggior parte si tratta di piccole imprese artigiane: la dimensione media, infatti, è di due addetti per azienda, mentre le imprese artigiane del settore sono 1.444 (il 58%). Abbastanza evidente è l’orientamento di genere della professione, considerato che l’83% è rappresentato da imprese femminili. Ampia è anche la rappresentanza giovanile: più di una su quattro è diretta da under 40.
Infine, la distribuzione territoriale. La maggioranza di questo tipo di attività è localizzata nel capoluogo (il 21,4%), seguito dall’Area nord (20,4%), dalla zona di Carpi (17,8%) e da quella di Sassuolo (14,8%). Più staccate l’area coincidente con l’Unione del Sorbara (12%), l’area di Vignola (10,1%) e quella dell’Appennino (3,4%).l
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