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Il caso

Modena, Di Palma: «Il consiglio di classe al Barozzi si era espresso? Non ci risulta»

Paola Ducci
Modena, Di Palma: «Il consiglio di classe al Barozzi si era espresso? Non ci risulta»

Il dirigente dell’ufficio scolastico regionale sul caso del ragazzo sospeso. «Le foto? Non posso esprimere giudizi su testimonianze non in mio possesso»

13 febbraio 2024
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Modena Il caso Barozzi non si placa e dopo le ultime ricostruzioni, con tanto di foto e video sull’ultimo giorno di scuola di giugno 2023, interviene anche il dirigente dell’ufficio scolastico regionale, Bruno Di Palma.

Di Palma come si sente di commentare la vicenda del Barozzi?

«Sono state dette molte cose sul caso dello studente sanzionato al Barozzi, in qualche caso senza avere tutti gli elementi di dettaglio. Lo stesso studente ha ritenuto di condividere alcune informazioni relativamente alla sanzione che gli è stata comminata, dando il suo punto di vista. L’obiettivo dell’Ufficio è quello di riportare un clima di serenità all’interno della comunità scolastica. Per questo forse è opportuno fare una serie di precisazioni».

Prego.

«Per prima cosa partirei dall’assunto che la sanzione è stata comminata a larga maggioranza dal consiglio di istituto che, come è noto, è presieduto da un genitore eletto democraticamente. La sanzione è stata quindi decisa da un organo collegiale del quale fanno parte anche studenti, genitori e docenti, tutti a loro volta eletti, oltre che la stessa dirigente scolastica ».

Perché la sanzione di Cassanelli è stata decisa in consiglio di istituto dopo che il consiglio di classe si era già riunito e aveva ritenuto all’unanimità di non procedere?

«Quello che mi dice, allo stato degli atti acquisiti dall’Amministrazione, non risulta. Ad ogni modo in primo luogo va fatta una precisazione: l’amministrazione scolastica non ha le prerogative né della polizia giudiziaria né dell’autorità giudiziaria, dunque dobbiamo basarci sugli elementi che siamo in grado di acquisire. Il verbale del Consiglio d’Istituto, essendo un atto pubblico- nel senso giuridico del termine- fa piena prova fino a querela di falso. Fatta questa premessa, dagli atti acquisiti emerge che il Consiglio ha ritenuto che la sanzione astrattamente comminabile fosse superiore ai 15 giorni. È così stata fatta una discussione sulla competenza di chi dovesse stabilire la sanzione stessa, dopodiché anche al fine di evitare che ci fossero ripercussioni sull’anno scolastico è stato deciso per i 12 giorni. Ma la valutazione prognostica era una sanzione superiore ai 15 giorni e in quanto tale di competenza del Consiglio di istituto. Questo è ciò che risulta dagli atti acquisiti dall’Amministrazione tra cui il verbale del Consiglio».

Resta il fatto che la questione che riguarda l’alunno Cassanelli è stata prima trattata in consiglio di classe, dove gli insegnanti all’unanimità si sono dichiarati contrari alla sanzione. Perché procedere oltre? Se fosse stato un problema di potenziali giorni di sospensione per il ragazzo, fin dall’inizio il consiglio di istituto doveva essere convocato, senza passare dal consiglio di classe, che così è stato nei fatti sconfessato. A qualcuno non andava bene quanto deciso dai professori di Damiano e quindi ha deciso di andare avanti?

«Come detto prima, quello che dice, allo stato degli atti in possesso dell’Amministrazione, non risulta. C’è un verbale del consiglio di istituto che riporta la discussione che si è tenuta per stabilire la sanzione che era potenzialmente superiore a 15 giorni e quindi di sua competenza e non del consiglio di classe. Quello che posso aggiungere è che se il ragazzo vorrà impugnare la sanzione lo potrà fare all’organo di garanzia all’interno della scuola, di cui fa parte anche una rappresentanza degli studenti e in caso di violazione dello statuto delle studentesse e degli studenti al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, che però deciderà previo parere vincolante di un organo di garanzia a sua volta costituito da studenti, docenti e un genitore. Nel momento in cui ci sarà una eventuale impugnazione della sanzione saranno sicuramente acquisiti elementi più approfonditi».

Lei come giudica le immagini e le testimonianze emerse dai ragazzi dell’ultimo giorno di scuola 2023?

«Non posso esprimere giudizi su eventuali immagini e eventuali testimonianze non in mio possesso. Se ci sono elementi prima non noti, saranno oggetto di valutazione degli organi competenti. Ripeto quanto detto prima: l’amministrazione scolastica non ha le prerogative né della polizia giudiziaria né dell’autorità giudiziaria, dunque dobbiamo basarci sugli elementi che siamo in grado di acquisire. Dal verbale del consiglio di istituto emerge che lo studente non è stato in grado di provare, in sede disciplinare, le gravi accuse mosse al personale della scuola. A questo punto vorrei sgombrare il campo dal potenziale equivoco: non è minimamente in discussione la libertà di manifestazione del pensiero, tutelata dall’articolo 21 della nostra Costituzione, né il diritto di critica. Prova ne sia il fatto che nessuna delle tre studentesse che apparivano nel servizio/video-intervista pubblicato dalla Gazzetta di Modena, e in cui compare anche lo studente sanzionato, risulta aver ricevuto a sua volta sanzioni per aver rilasciato l’intervista, pur in presenza di critiche all’operato della dirigente scolastica e della scuola. Qualora vi fossero situazioni provate di limitazione di questo e di altri diritti all’interno delle scuole appare chiaro che l’Amministrazione scolastica interverrebbe, per quanto di sua competenza. È tuttavia importante rilevare che, in uno stato di diritto, esistono delle precise regole a tutela delle persone, soprattutto quando vengono mosse accuse gravi senza fornire le prove delle stesse. Lo studente sanzionato ha ritenuto di informare la stampa e la pubblica opinione del fatto che il personale della scuola avrebbe effettuato perquisizioni, dunque atti illeciti, astrattamente configurabili come reati. Dagli elementi acquisiti fino ad oggi emerge che lo studente non è stato in grado di provare, in sede disciplinare, le gravi accuse mosse al personale della scuola. Dunque la sanzione non è stata comminata per avere lo studente liberamente manifestato il suo pensiero, né per aver criticato la scuola, ma per aver violato un articolo del regolamento di Istituto, anch’esso democraticamente deliberato dall’organo collegiale competente. Nello specifico, il Consiglio d’Istituto ha considerato che le dichiarazioni rese dallo studente nel corso di una video-intervista pubblicata dalla Gazzetta di Modena avessero significative ripercussioni sulla dignità e la reputazione del personale scolastico e dell’Istituto, in considerazione della gravità delle accuse mosse e non provate in sede disciplinare. Non si comprende poi perché se, come asserito da qualcuno, ci sono le prove di quello che il ragazzo ha dichiarato, le prove stesse, pur se richieste dall’organo collegiale competente a comminare la sanzione, che ha proceduto ad ascoltare lo studente e il difensore dello stesso, non siano state prodotte in sede di difesa disciplinare. Sarebbe inquietante se prove già disponibili al momento del procedimento venissero intenzionalmente esibite solo successivamente. Rimane fermo tuttavia il fatto che, qualora le stesse venissero fornite in sede di impugnazione della sanzione, saranno tenute in debita considerazione per la decisione, oltre che trasmesse all’autorità giudiziaria per le valutazioni di competenza. Inoltre, in tale eventualità, l’amministrazione scolastica procederebbe altresì senza indugio a valutare la responsabilità disciplinare dei propri dipendenti».

La vicenda Cassanelli ha mosso l’opinione pubblica e ha fatto piovere centinai di messaggi e lettere di solidarietà da parte di studenti, docenti, forze politiche e anche dal sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli a fronte di un clima interno alla scuola davvero pesante come raccontano studenti e docenti.

«L’ Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna continuerà ad assicurare il presidio costante della vicenda, attribuendo alla stessa la massima attenzione, soprattutto qualora dovessero emergere elementi rilevanti al momento non conosciuti . Ritengo tuttavia che su questa vicenda alcuni abbiano parlato senza conoscere i fatti del procedimento».