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Fine vita, è caos in Regione Emilia-Romagna: la legge si blocca in Commissione

Paola Benedetta Manca
Fine vita, è caos in Regione Emilia-Romagna: la legge si blocca in Commissione

L’Assemblea spiazzata dalla delibera Donini che delega alle Asl i casi dei malati. L’opposizione: «Una forzatura, faremo ricorso al Tar e all’Avvocatura di Stato»

14 febbraio 2024
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È caos in Regione sulla legge sul fine vita. Un caos che si è riversato nel Palazzo dell’Assemblea legislativa, in una mattinata convulsa e straripante di frizioni tra gli esponenti di diversi partiti e la Giunta, a colpi di dichiarazioni, conferenze stampa e question time in Aula.

Nel mentre, infatti, era riunita l’Assemblea legislativa, dove è approdata la proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita “Liberi subito”, dell’associazione Coscioni, per essere subito mandata in commissione Politiche della Salute, dove potrebbe rimanere anche fino a un anno.

Durante la seduta, è arrivato anche Marco Cappato, figura simbolo della disobbedienza civile sul suicidio assistito e tesoriere dell’associazione.

Tutto questo è accaduto nei pochi metri tra l’Aula e il corridoio antistante. Assente, invece, il presidente Stefano Bonaccini, trattenuto da impegni istituzionali.

La delibera dei giorni scorsi dell’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, che dà disposizioni alle Asl perché attuino la sentenza della Corte Costituzionale, con un iter di 42 giorni in cui poter richiedere il suicidio medicalmente assistito, ha spiazzato i consiglieri contrari alla legge che contavano su una lunga discussione in Aula.

Un confronto che, invece, stava già creando difficoltà alla maggioranza e alla sua tenuta, con i consiglieri cattolici del gruppo Pd che osteggiano il provvedimento. Era in corso proprio una trattativa tra i favorevoli e i contrari della galassia dem, quando è arrivato, all’improvviso, l’annuncio della delibera di Giunta che sarà immediatamente esecutiva. Ma le opposizioni non ci stanno e ieri hanno fatto sentire la loro voce. Si tratta di un tema troppo delicato – protestano – che ha bisogno di una discussione politica.

«Abbiamo scoperto dell’esistenza di questa delibera di notte, come i ladri – attacca Valentina Castaldini, capogruppo di FI -. Si basa su un atto contrario alla normativa ed è una forzatura giuridica: farò ricorso».

«È una delibera illegittima da cui Bonaccini stesso scappa perché ha paura del Tar e non riesce a compattare la sua maggioranza – riassume – . Sta vietando a noi di poter discutere la legge, anche se non abbiamo paura di un confronto».

Sulla stessa linea anche FdI, con la capogruppo Marta Evangelisti che ha annunciato di aver già depositato un’istanza all’Avvocatura dello Stato.

L’assessore Donini, dall’altra parte del corridoio replica: «È naturale che ogni atto amministrativo possa essere valutato in ambito giudiziario e amministrativo: in quella sede faremo valere le nostre ragioni. Non vengono valutate, però, le persone che chiedono venga applicata la sentenza della Corte Costituzione. Non ho sentito questo oggi nella discussione degli oppositori».

Il M5s, dal canto suo, cerca invece di accelerare l’iter della legge.

La consigliera Silvia Piccinini annuncia in mattinata che chiederà in Aula di calendarizzare la discussione sul fine vita entro sei mesi, attivando la procedura urgente prevista dal regolamento interno dell’Assemblea. La delibera della Giunta e le linee guida per le Asl che stabiliscono l’iter del suicidio medicalmente assistito – fa notare – «non sono resistenti alle intemperie della politica ma modificabili dalla prossima Giunta o anche da un rimpasto. Non possiamo accettare che il diritto di persone in fin di vita sia legato ad un cambio di maggioranza».

E si arrabbia con il Pd e Bonaccini: «Se davvero è un partito di sinistra – chiede – , perché non accelera l’iter della legge? Vuole evitare il voto in tutti i modi, sta diventando una questione partitica».

«Bonaccini, che si dichiara a favore della legge – aggiunge -, fugge dal confronto perché è a rischio la sua maggioranza, chieda la discussione urgente».

La pentastellata avverte che, se ciò non  sarà accolto il suo ordine del giorno, si prenderà lei stessa la responsabilità di presentare una proposta di legge sul suicidio assistito. Più tardi, in Aula, il suo odg viene bocciato, anche se i voti favorevoli (elettronici e non per alzata di mano nominale) sono ben più di quelli previsti.

«L’Assemblea – le assicura Donini – è sovrana e la legge in discussione non è in antitesi con il nostro atto legislativo. Non potevamo rimanere fermi. Ricordo che tutte le Regioni hanno ricevuto dal ministero della Salute una nota in attesa di una compiuta decisione del Parlamento sul fine vita. Nel frattempo le strutture del servizio sanitario sono chiamate a dare attuazione alla sentenza della Consulta, col coinvolgimento del Comitato etico. Attendiamo che si muova qualcosa anche a livello nazionale».

In serata interviene anche Bonaccini su Facebook: «Su un tema come questo è legittimo che vi siano posizioni e sensibilità diverse, che rispetto, ma le sentenze si applicano – scandisce -. E in Emilia-Romagna non può accadere ciò che si è visto in altre regioni, dove cittadini in condizioni di grande sofferenza inseguono le istituzioni o si rivolgono a un Tribunale per vedersi riconosciuto un diritto. La Corte Costituzionale detta criteri rigidi, che rispetteremo rigorosamente».

Finita la giornata, la legge sul suicidio assistito ha fatto davvero pochi passi, dall’Aula dell’Assemblea legislativa a quella vicino della commissione Sanità, ma è evidente ormai per tutti che la discussione è già cominciata e durerà a lungo.