Gazzetta di Modena

In quella prima metà degli anni Ottanta, quando Ivano Tortelli e la moglie Rita in via Staffette Partigiane aprirono la lavanderia Sagittario erano una miriade le ditte e i piccoli laboratori che hanno elevato Carpi a capitale della maglieria. I tempi sono cambiati, il comparto della maglieria è di fronte ad una crisi che sembra inarrestabile, ma lo storico marchio della Sagittario è ancora presente.

È una rinomata lavanderia industriale che con tanto impegno e puntualità continua ad essere al servizio delle aziende tessili del territorio.

COM’ERA

Un tempo era una lavanderia e stireria che funzionava a pieno regime dando lavoro a una decina di persone: «sette venivano impiegate a stirare i capi che ogni giorno arrivavano in laboratorio, e tre erano addette ai lavaggi» ricorda Ketti Pignatti, che ancora è presente nel ristretto organico della ditta insieme all’attuale proprietario Mauro Roversi. Il quale l’ha rilevata nel 2020, un anno decisamente poco propizio a causa delle notevoli difficoltà create dalla pandemia.

Dal 1987 la sede al numero 10 di via Lago di Ledro, nella zona artigianale di Cibeno, un luogo deputato a questo genere di attività, in quanto sono presenti ancora tante piccole aziende del settore.

«GROSSI SACRIFICI»

E nonostante i dati allarmanti che ci ricordano che dal 2009 al 2022 il complesso delle imprese modenesi della moda si sono quasi dimezzate, passando da 2800 a poco più di 1800, questo giovane e laborioso imprenditore guarda al futuro con fiducia. «Ho rilevato la Sagittario quattro anni facendo grossi sacrifici, il periodo era il peggiore che potesse capitare, ma mi sono rimboccato le maniche, per cui sono abituato a lavorare sodo», afferma Mauro Roversi.

Anche questi non sono bei momenti, ma questo tenace artigiano si dice certo che le cose miglioreranno. 

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