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La tragedia

Carpi, bimba nata morta al Ramazzini. Il papà: «Inutile fare polemica»

di Chiara Marchetti
Carpi, bimba nata morta al Ramazzini. Il papà: «Inutile fare polemica»<br type="_moz" />

Il racconto: «Nessun malore né corse contro il tempo»

28 febbraio 2024
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«Quella notte è successo qualcosa alla bambina e basta. Nessuno poteva prevederlo e le polemiche sono inutili». Nonostante il momento drammatico che insieme alla moglie sta vivendo in questi giorni, D. riesce a trovare le parole per commentare quanto è accaduto domenica alla sua bambina, che non è sopravvissuta al parto cesareo al Ramazzini di Carpi. «Ho letto tante cose, ma la verità è che non c’è stata una vera e propria corsa contro il tempo, nessun malore sospetto. Era la prima gravidanza di mia moglie e ci sono sensazioni che non si conoscono, perché nessuno ti può insegnare cosa si deve provare in quei momenti».

Prima di domenica, la coppia di Mirandola – 36 anni lui e 38 lei – era stata al Ramazzini di Carpi sia venerdì che sabato. «Le due visite hanno dato esito positivo – continua il papà – e gli specialisti non hanno segnalato anomalie. Era una gravidanza a basso rischio e mamma e bimba stavano bene». Dopo entrambi i controlli, la donna è stata dimessa.

«Non era abbastanza dilatata e da prassi ti rimandano a casa. La priorità è sempre il parto naturale e se non ci sono elementi allarmanti, si aspetta e basta». È su questo punto che i due genitori si pongono le domande più difficili.

«Visto quello che è successo, ci chiediamo: se l'avessero tenuta in osservazione, sarebbe cambiato qualcosa?». La risposta, però, al momento è “no”. «I medici ci hanno spiegato che queste cose sono imprevedibili e non si possono curare, bisogna solo prenderne atto. Se lei fosse rimasta in reparto, questa disgrazia sarebbe capitata ugualmente».

Sabato, quindi, era tutto sotto controllo, ma domenica mattina qualcosa è cambiato.

Cosa è successo

«Quando siamo tornati in ospedale, i dottori hanno notato che qualcosa non andava nel battito della bimba. Hanno organizzato la sala per il cesareo, ma non c’è stato niente da fare. Hanno detto che al momento della nascita il cordone ombelicale aveva un colore insolito, indice che qualcosa non è andato per il verso giusto».

Da quando è uscita la notizia lunedì mattina, molte persone – tra cui il sindaco della città dei Pico Alberto Greco – hanno fatto una riflessione sulla chiusura del punto nascite dell'ospedale di Mirandola.

La precisazione

«La gente ha cominciato a parlare e ho voluto smentire subito. È inutile fare polemica e politica su un evento del genere. Se fossimo andati a Mirandola, con il reparto sottorganico com’è stato negli ultimi mesi prima della sospensione del servizio, non avrebbero saputo gestire la situazione». Come ha dichiarato lunedì l’Ausl di Modena, per assistere mamma e bimba è stata messa in campo un’équipe numerosa, composta da tre ginecologi, cinque ostetriche, tre anestesisti e quattro pediatri.

«Se il punto nascite del Santa Maria Bianca fosse ancora aperto, con tutti i tagli alla sanità che conosciamo, il nostro dramma sarebbe stato il dramma di molti». Certo, il viaggio fino a Carpi se lo sarebbero risparmiati.

«Il disagio per mia moglie è stato innegabile, tra curve, buche, dossi e incroci, ma i dottori ci hanno trattato benissimo e non c’è altro da dire». La coppia sta aspettando l’esito dell’autopsia, che potrebbe chiarire i dubbi sulle cause della tragedia. «Non abbiamo intenzione di prendere un avvocato. Ci hanno già dimesso e finalmente possiamo tornare alle nostre vite per affrontare il lutto in un ambiente familiare».