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Il processo

Gli amputò due dita davanti all’ex Riad a Modena, è libero

di Daniele Montanari
Gli amputò due dita davanti all’ex Riad a Modena, è libero

L’aggressione choc: il 20enne colpì con un vetro un coetaneo: alla base della lite una questione di ragazze. Venne arrestato per tentato omicidio

29 febbraio 2024
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MODENA. L’episodio in sé fu agghiacciante: un ventenne ferito così gravemente che gli vennero amputate due dita. L’aggressore venne individuato e arrestato dalla Squadra Mobile della polizia di Stato. Ma a un anno dai fatti, adesso è libero.

I FATTI


Il caso porta a quanto accaduto nella notte tra l’1 e il 2 febbraio 2023 davanti all’ex locale Riad di Ponte Alto. Secondo quanto ricostruito, verso le 2 di notte, al culmine di una lite, un ventenne di origine marocchina afferrò un coccio di bottiglia e colpì un connazionale coetaneo con una violenza tale che successivamente in ospedale gli vennero amputate due dita, a seguito di una delicata operazione chirurgica.

Sul luogo del fatto la polizia Scientifica, che recuperò uno straccio e una felpa intrisi di sangue. L’immobile venne posto sotto sequestro. Dalle dichiarazioni rese da alcune persone identificate emersero gravi indizi di colpevolezza a carico di un loro connazionale, anch’egli accompagnato in Questura per l’identificazione. Indossava ancora un giubbotto con evidenti tracce di sangue. Venne quindi arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

Agli inquirenti, disse di essere stato aggredito una settimana prima dall’altro 20enne, che gli aveva fatto una cicatrice nel viso con un colpo che poteva costargli l’occhio. Pare che la lite fosse scoppiata per avere il numero di una ragazza.

IL PROCESSO

Nel procedimento che si è aperto, l’arrestato, assistito dall’avvocato di fiducia Angela Pigati, ha riferito di aver agito in preda all’ira, dopo aver subito una provocazione. Ma di essere seriamente pentito per l’accaduto, cosa che ha testimoniato in un incidente probatorio in cui, di fronte all’amputato, gli ha chiesto scusa dicendo che per lui resta «come un fratello». In carcere ha avuto sempre una buona condotta, ed essendo incensurato ha ottenuto dal 31 gennaio scorso la scarcerazione, pur rimanendo la misura cautelare dell’obbligo di firma.

Ieri davanti al giudice Barbara Malvasi si è svolta l’udienza preliminare, nel corso della quale l’avvocato ha avanzato richiesta di patteggiamento e di derubricazione del reato in lesioni gravi. Il giudice non ha sciolto la riserva sull’ammissione o meno del procedimento: vuole vedere prima come si comporta l’imputato in questo periodo fuori dal carcere. Per questo ha rinviato l’udienza al 23 maggio. In quella sede verrà stabilita la pena. La vittima, tramite l’avvocato Michele Corradi, si è costituito parte civile.