Modena, è ancora allerta arancione
I comitati: «Presentati due esposti in Procura»
Ancora una volta la piena è passata, lasciandosi alle spalle tensioni e polemiche. Secchia e Panaro, ancora gonfi, dopo aver fatto paura in città oggi attraverseranno la Bassa, con la speranza che gli argini svolgano il proprio compito, ma visto il volume di acqua in movimento l’allerta resta arancione.
Ma davvero non vi è modo di proteggere il territorio integralmente? Certo, con investimenti milionari che secondo i comitati cittadini dovrebbero iniziare da un punto ben preciso, le Casse di espansione del Secchia. Opera nata alla fine degli anni Settanta e ritenuta inadatta, tanto che i suddetti gruppi hanno già presentato due esposti, uno alla Procura di Modena e uno a quella di Parma.
«Quella di Modena ha subito cassato la denuncia, quella di Parma l’ha ritenuta meritevole di esame». Lo spiega l’ingegner Vittorio Cajò del comitato ArginiaMo. L’azione legale nasce da un’attenta analisi del nodo idraulico modenese e sui manufatti che lo costituiscono «che non rispettano gli standard internazionali».
Ma come si misura la tenuta di un territorio alle alluvioni? L’unità di misura è il Tr, cioè il “tempo di ritorno”: in parole molto spicce, gli anni che intercorrono tra un evento di una certa gravità. Più è grave l’evento più è alto il Tempo di ritorno. «La comunità scientifica internazionale – spiega l’ingegner Cajò – predice per le infrastrutture territoriali di carattere idraulico un livello di sicurezza TR200».
Significa che devono reggere a eventi così gravi che si possono verificare ogni duecento anni: «Ebbene, l’intero nodo idraulico modenese è caratterizzato da un TR20, saltuariamente per alcuni tratti da un TR50. Pensate che nel caso di un ponte o di una diga il TR arriva a 1000. Questo per dirvi la gravità della sottovalutazione da parte di chi ha il compito di evitare i disastri idraulici che incombono sulla Bassa ogni volta che piove. E in questo momento c’è molta gente che trema in cuor proprio».
E secondo Cajò e gli altri comitati cittadini, i lavori che la Regione si appresta a svolgere alle Casse di espansione per 27 milioni di euro non saranno sufficienti a ristabilire criteri di sicurezza assoluta.
La situazione
Sono stati riaperti alla circolazione stradale ieri alle 17 i due ponti sul fiume Secchia Ponte Alto a Modena e ponte dell'Uccellino tra Modena e Soliera. La piena sta transitando lentamente ma a Modena i livelli sono scesi sotto soglia 2, che corrisponde a 8 metri a Ponte Alto, dopo aver toccato il colmo due notti fa 9,28 metri. La piena del Secchia interessa ora il territorio a nord del capoluogo e la Provincia ha già comunicato la chiusura di ponte Motta a Cavezzo e del ponte di Concordia sulla strada provinciale 8. A Modena è stato riaperto nel corso della mattina anche il ponte di via Curtatona sul torrente Tiepido e, di competenza della Provincia, il ponte di Navicello vecchio sul Panaro lungo la diramazione della strada provinciale 255. A Curtatona tecnici comunali e della Protezione civile regionale hanno provveduto alla rimozione di materiale legnoso defluito a valle allo scopo di evitare danni ai tratti arginati successivi.l
GIB