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Il commercio

Finale, la rivolta dei negozianti

Chiara Marchetti
Finale, la rivolta dei negozianti

Un centinaio ha marciato verso il municipio per protesta. Da due anni attendono invano la fine dei lavori in piazza Garibaldi

06 marzo 2024
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Finale Saracinesche abbassate e negozi chiusi. Martedì Finale si è fermata per tre ore, dalle 10 alle 13, in segno di protesta contro l’immobilità del cantiere di piazza Garibaldi. Sono stati più di cento i “Negozianti uniti” che hanno aderito alla manifestazione e che si sono dati appuntamento davanti all’hotel Casa Magagnoli.

«Chiudiamo oggi per non chiudere per sempre» e «I negozi chiudono, Finale muore», recitano i cartelli che gli esercenti hanno attaccato a serrande e vetrine. I lavori per la ristrutturazione della piazza sono cominciati quasi due anni fa ed è dal 24 agosto dell’anno scorso che sono fermi per divergenze tra la direzione dei lavori e la ditta esecutrice.

«Siamo scesi in piazza – dice Raffaele Magagnoli, titolare dell’omonimo hotel – perché siamo stanchi ed esasperati. Tante attività del centro hanno già chiuso e altre lo faranno presto. Il commercio a Finale è pari a zero e noi che siamo rimasti ci sentiamo degli eroi».

Da piazza Garibaldi, i manifestanti si sono diretti in corteo fino al municipio. Durante il tragitto, non pochi cittadini si sono accodati in segno di solidarietà verso la categoria.

«Il cantiere – sottolinea Marco Tassi, titolare dell’omonima ferramenta – non è l’unica cosa che non funziona e i cittadini sono stanchi di essere presi in giro. Il paese è in una situazione di degrado e non parlo solo di noi commercianti». Sotto le finestre dell’ufficio del sindaco Claudio Poletti sono partiti fischi e grida per chiedere al primo cittadino di incontrare la folla. Poletti non si è fatto attendere ed è stato accolto dal coro «Vergogna, vergogna».

Gli esercenti gli hanno poi consegnato una cassetta di legno con le chiavi dei loro negozi: «Presto non ci serviranno più – le loro parole – perché se non cambia qualcosa, non ci saranno più attività da aprire». Dopo aver ascoltato proteste e lamentele, Poletti ha provato, tra fischi e contestazioni, a ripercorrere le tappe del travagliato iter del cantiere.

«Abbiamo tasse da pagare – spiega Gianluca Boetti, titolare della pizzeria Dal Giallo – e le utenze sono raddoppiate. Non ci basta uno sconto sulla Tari che ha l’aria di essere un contentino. Sono due anni che portiamo a casa un mancato incasso e non abbiamo ancora ricevuto un ristoro».

In un clima teso il sindaco ha spiegato che «il contenzioso tra la direzione lavori e la ditta incaricata ci ha obbligato a nominare un comitato consultivo. Entro due settimane, quindi verso la metà di marzo, dovrebbe essere completato il collaudo di quanto fatto finora, che accerterà se i lavori sono stati eseguiti nel modo corretto. In questo caso, la ditta principale non avrà più alibi e dovrà tornare a lavorare nel cantiere». Dalla ripresa dei lavori, mancheranno altri sei mesi per vedere piazza Garibaldi conclusa. «Vogliamo vedere all’opera almeno sei dipendenti, non uno», hanno gridato alcuni.

Gli esercenti hanno inoltre chiesto all’amministrazione comunale di essere aggiornati sulla situazione almeno una volta al mese. Poletti si è quindi reso disponibile a un incontro pubblico in piazza Garibaldi il 20 marzo: «Spero – conclude – che per quella data sarò in grado di darvi buone notizie. Sono deciso a continuare con la stessa ditta, ma se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, ho già in mente delle possibili alternative».[FINE-TESTO]<QM>