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Maserati, a Modena incertezza e rabbia

di Giovanni Medici
Maserati, a Modena incertezza e rabbia

Presidio e due ore di sciopero proclamati da Fiom Cgil: «La richiesta di ulteriore cassa integrazione non ci lascia tranquilli»

08 marzo 2024
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MODENA. Incertezza, preoccupazione, anche rabbia: venerdì 8 marzo al presidio proclamato dalle rappresentanze aziendali della Fiom Cgil assieme a due ore di sciopero davanti alla Maserati di via Ciro Menotti erano questi i sentimenti dominanti tra gli operai.

L’azienda come si sa ha non solo confermato il periodo di sospensione dell’attività lavorativa dal 17 marzo al 6 aprile con il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria (Cigo), ma ha anche comunicato l’intenzione di richiedere un’ulteriore periodo di Cigo a zero ore dall’8 aprile al 3 maggio.

«In pratica i 200 lavoratori dello stabilimento dopo avere già fatto Cassa a dicembre, gennaio e per tutto il mese di febbraio – sottolinea Stefania Ferrari, segretaria generale della Fiom Cgil di Modena – torneranno a lavorare, ma per pochi giorni per poi restare a casa fino in pratica a maggio. Questo significa che non potranno maturare per il periodo in cui non entreranno in fabbrica le ferie, il Tfr, le tredicesime. Non è una situazione che ci lasci tranquilli. Nel mese di maggio è previsto il riavvio della produzione per un periodo che sarà forse appena sufficiente a garantire la maturazione di tutti gli istituti contrattuali. Le azioni che Maserati ha messo in campo commerciale e i futuri investimenti non sono sufficienti o hanno tempi troppo lunghi a evitare per ora l’utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali che impattano tragicamente sul reddito dei lavoratori. E non sappiamo – conclude Ferrari - cosa succederà a giugno e se tutto riprenderà al loro rientro in modo normale. I lavoratori non hanno prospettive. Intanto Stellantis vanta i propri risultati economici in tutto il mondo».

«Tantissimi tra noi – spiega Giuseppe Violante, della Rsu Fiom Cgil - sono alla Maserati da 25 o 30 anni. Hanno famiglie monoreddito, mutui da affrontare, bambini piccoli, e andranno a percepire per molto tempo stipendi più bassi. E non sappiamo cosa succederà dopo maggio, non ci sono certezze. Lo chiediamo all’azienda anche con questo sciopero: ci hanno detto che è impossibile accettare le nostre richieste di maturazione almeno dei ratei».

Angela, 22 anni di lavoro alla Maserati, mentre sventolano le bandiere rosse della Fiom Cgil in mezzo al traffico convulso della mattina in via Ciro Menotti dal canto suo rammenta che la MC20 la cui produzione è iniziata da relativamente poco tempo già ora sconta un calo di ordini. «Abbiamo paura, abbiamo impostato la nostra vita su questo lavoro. Con la precedente macchina siamo andati avanti 10-11 anni - dice – con questa dopo due anni siamo già in questa situazione. E pensare che fino a novembre abbiamo lavorato come matti. Ci chiediamo anche noi il perché di questa situazione. Non ce l’aspettavamo, è stato un fulmine a ciel sereno».

La Fiom Cgil insieme alle altre organizzazioni sindacali svolgerà a breve le assemblee con i lavoratori per decidere quali altre azioni intraprendere, e sottolinea come da parte della direzione aziendale non siano venute aperture alle proposte fatte dal sindacato per trovare soluzioni organizzative meno impattanti per i lavoratori in questo difficile frangente.

A fine anno dovrebbe essere inaugurato l’atelier Fuoriserie, struttura dedicata alla personalizzazione delle vetture del Tridente. Ma qualche novità positiva per lo storico stabilimento modenese della Maserati, 85 anni di vita ormai, non dovrebbe arrivare prima del 2025. Maserati sconta la presenza in gamma di vetture ormai datate come il suv Levante (la cui produzione dovrebbe terminare a fine marzo).

Nei giorni scorsi ha presentato GranCabrio, la versione cabriolet con la capote in tela della GranTurismo che mantiene i quattro posti, il motore 3.0 V6 Nettuno da 550 CV nella versione di lancio Trofeo, il cambio automatico a 8 marce e la trazione integrale. Un modello (realizzato a Mirafiori) che potrebbe aiutare, insieme al suv medio Grecale che invece sta ottenendo buoni risultati (è prodotto a Cassino) a rilanciare un marchio che l’anno passato ha avuto un netto calo di vendite, un quinto di quelle del 2017.