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Casa Maria Luigia si allarga: la dimora storica di Massimo Bottura diventa un “albergo diffuso”

Casa Maria Luigia si allarga: la dimora storica di Massimo Bottura diventa un “albergo diffuso”

Approvato dal Comune il progetto dello chef. Ristrutturati vecchi e nuovi edifici nel complesso a San Damaso

09 marzo 2024
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MODENA. Casa Maria Luigia, la dimora storica di proprietà dello chef Massimo Bottura, nella campagna di San Damaso, diventerà un “albergo diffuso”: i fabbricati esistenti nel complesso saranno destinati ad attività di ricezione turistico-alberghiera.

Il consiglio comunale ha approvato la delibera: «Con questo progetto – ha affermato l’assessora all’urbanistica Anna Maria Vandelli – diamo avvio a un nuovo modello di attività economica in territorio agricolo che crediamo essere di massimo interesse per la città e il territorio, ampliando il brand dell’agroalimentare ed estendendo a ulteriori luoghi, rispetto a quelli urbani tradizionali, la possibilità di svolgere attività turistiche ricettive. Il progetto di albergo diffuso presentato, infatti, valorizza e utilizza tutti gli edifici presenti in forte connessione con il territorio, cioè senza snaturarne il contesto e anzi valorizzando il territorio rurale e le sue eccellenze grazie alla costruzione di una sorta di circolarità tra la produzione dei prodotti dell’orto, del miele e dell’aceto e il loro impiego nella ristorazione. L’intervento – ha proseguito – presenta un interesse pubblico, in ragione dell’ampliamento dell’offerta di ristorazione ed alberghiera di elevatissima qualità, della promozione delle condizioni di attrattività del sistema locale, della valorizzazione delle eccellenze gastronomiche e tecnologiche del territorio, oltre che della rigenerazione dei fabbricati esistenti con una altissima qualità architettonica e paesaggistica».

Nel complesso immobiliare “Casa Maria Luigia” si trovano la villa padronale di impianto ottocentesco, già dedicata ad attività di affittacamere, l’acetaia, l’ex stalla (ora abitazione) con caratteristiche costruttive tipologiche della campagna emiliana e altri fabbricati di epoca più recenti.

È previsto principalmente il restauro, risanamento conservativo e la ristrutturazione dei fabbricati esistenti, oltre a un modesto ampliamento (10%) delle superfici già edificate, come previsto dalla normativa, con spazi coperti da destinare ad attività complementari, quali spazi espositivi o servizi.

Vandelli ha quindi spiegato che l’intervento verrà realizzato in quattro stralci funzionali, ognuno dei quali interesserà differenti edifici e sarà accompagnato da differenti titoli abilitativi. In particolare, i primi tre stralci prevedono cambi di destinazione d’uso: il primo riguarda la ristrutturazione di tipo conservativo di due edifici da destinare in parte a ristorante e in parte a spazi eventi/esposizioni come attività complementari alla ristorazione; il secondo prevede il restauro e risanamento conservativo di un edificio dependance destinato ad albergo, oltre a un secondo edificio destinato a scuola di cucina e a una piscina; il terzo stralcio prevede la conversione ad uso alberghiero dell’edificio residenziale (villa e relativa attività di ricezione - B&B), la manutenzione degli edifici destinati a magazzino e acetaia, oltre alla realizzazione di edifici di servizio minori, quali corpi per impianti tecnologici, servizi esterni, capanni per ricovero attrezzature di manutenzione del parco; il quarto, infine, riguarda la realizzazione di un nuovo spazio espositivo multifunzionale, finalizzato a far conoscere a tutti i visitatori e ospiti le eccellenze del territorio modenese, oltre che a promuovere le condizioni di attrattività del sistema locale.

L’assessora ha inoltre spiegato che è prevista la realizzazione di percorsi interni in sola ghiaia o prato al fine di eliminare ogni spreco di suolo; la desigillazione di porzioni di aree destinate a parcheggio; la realizzazione di un rilevato in terreno a schermatura dei parcheggi e la copertura dello spazio espositivo con un tetto a verde pensile per dare continuità al terreno circostante con il paesaggio del giardino e con il paesaggio agrario. E, ancora, la piantumazione di essenze resistenti alla siccità in prossimità dello spazio espositivo, oltre alla realizzazione di uno spazio per l’allestimento di eventi all’aperto, la messa a dimora di siepi, la formazione di una strada campestre in terra battuta, tra la zona a seminativo e il nuovo spazio esposizioni, così da riprendere il sistema storico della viabilità delle aziende agricole modenesi e garantire l’accesso e le lavorazioni nel campo a seminativo.