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Il caso

Sassuolo, voto troppo basso alla maturità: fa appello ma viene “bocciato”

Stefania Piscitello
Sassuolo, voto troppo basso alla maturità: fa appello ma viene “bocciato”<br type="_moz" />

Lo studente del Volta ha conseguito 64 centesimi all’esame del 2020 e dopo il Tar si è rivolto al Consiglio di Stato. La sentenza: «Non ha brillato»

10 marzo 2024
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SASSUOLO. Finite le superiori, avrebbe voluto iscriversi ai concorsi per le forze armate, sperando – anche alla luce del suo rendimento scolastico – di avere buone carte da giocare. Peccato che alla maturità il giovane, uno studente dell’istituto A. Volta di Sassuolo, non abbia brillato e abbia ottenuto “solo” 64 centesimi. Un voto troppo basso secondo lui, che si è affidato ai suoi avvocati e ha fatto ricorso al Tar contestando la valutazione.

IL RICORSO
Il tribunale amministrativo regionale, due anni fa ha bocciato il suo ricorso ma il giovane non c’è stato e ha fatto appello al Consiglio di Stato. Da cui, però, è arrivata un’altra doccia fredda.
Appello respinto: il che significa che il ragazzo dovrà accontentarsi della valutazione che gli è stata assegnata ormai quattro anni fa. Una vicenda certamente curiosa che si è svolta, occorre sottolinearlo, nell’anno scolastico 2019/2020. Un anno particolare per gli studenti che hanno dovuto affrontare l’esame più temuto. Infatti, vista la pandemia da Covid-19, la maturità si è svolta con una modalità diversa rispetto al solito: con il maxi-orale, senza quindi prova scritta.
Lo studente, per i crediti scolastici pregressi, partiva da un punteggio senz’altro positivo: ben 45 punti. Il boccone amaro per lui è però arrivato alla fine dell’esame per il quale gli sono stati assegnati 19 punti, arrivando appunto a un totale di 64 centesimi.

UN VOTO TROPPO BASSO
Il giovane è stato promosso, ma ha comunque voluto fare prima ricorso al Tar e poi appello al Consiglio di Stato ritenendo, tra le varie cose, il punteggio «anormalmente basso anche in ragione del punteggio con il quale si presentava alla maturità e più in generale in ragione dell’intero percorso curriculare scolastico».
Lo studente riteneva che il voto basso fosse frutto «dell’erronea applicazione delle norme speciali dettate per lo svolgimento della maturità durante la pandemia da Covid-19 e delle correlate linee guida ministeriali», ma anche della «deliberata intenzione della commissione giudicatrice di sterilizzare completamente il bonus di punteggio che il Ministero dell’istruzione ha attribuito a ciascuno studente in proporzione al punteggio curriculare di base come compensazione per essere stato costretto a svolgere prove di maturità in un’unica soluzione orale».

L'ULTIMA SENTENZA
Il Consiglio di Stato, confermando e ricordando quanto già espresso dal Tar, ha ribadito che «i docenti componenti la commissione, vale a dire quelle medesime figure che avevano autorevolmente attestato il precedente positivo andamento scolastico invocato dallo studente, abbiano dovuto prendere atto di un non brillante esito della prova orale, presumibilmente dovuto anche alla peculiarità della situazione pandemica, suscettibile di incidere sulle sensibilità dei giovani candidati».