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Modena, un 23enne: «Preso a pugni dai carabinieri». E il video sui social fa scoppiare il caso

Modena, un 23enne: «Preso a pugni dai carabinieri». E il video sui social fa scoppiare il caso

L’episodio in largo Garibaldi. Il giovane, originario della Guinea, colpito durante un controllo: «Andavo a lavorare»

13 marzo 2024
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MODENA. Colpito con almeno tre pugni alla testa e diversi altri al corpo, da un carabiniere durante l’intervento di contenimento legato alla sua resistenza a salire in auto per essere portato in caserma. Un passante riprende tutto col telefono, e il video diventa virale sui social.

È successo ieri mattina poco prima delle 10 in largo Garibaldi, praticamente davanti al teatro Storchi. Da quanto è stato ricostruito nell’ambito della direttissima seguita all’arresto, i carabinieri in pattuglia si sono fermati per controllare un giovane di colore, 23enne della Guinea, seduto sulla panchina in attesa del bus che doveva prendere per andare a lavorare. Si tratta infatti di un giovane in servizio presso un ristorante fuori Modena. Ha riferito di lavorare lì da quattro anni, e di avere sempre avuto il permesso di soggiorno, ma di essere in attesa di rinnovo.

Comunque sia, i carabinieri hanno detto al giudice di averlo sottoposto a controllo perché si guardava in giro con atteggiamento sospetto. Gli hanno chiesto i documenti, lui ha detto che non li aveva ma che avrebbe chiamato un amico per portarglieli. Aveva con sé solo l’abbonamento del bus. Loro gli hanno detto che allora dovevano portarlo in caserma per fotosegnalarlo, e lui si è spaventato: non capiva perché doveva essere portato via, non avendo fatto nulla. Ha protestato, e ne è nata una colluttazione piuttosto violenta. Nel minuto circa del video si vede un carabiniere mentre colpisce quattro volte alla testa il giovane, di cui tre con pugni, e poi al corpo, spingendolo in macchina. A quel punto si è proceduto con l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. Il 23enne infatti è stato accusato anche di aver danneggiato gli adesivi della macchina e due pezzetti di plastica della guarnizione del vetro. Dalla perquisizione personale è risultato del tutto privo di droga o di altra detenzione illecita. Ed è risultato anche incensurato: nessuna condanna dopo il suo arrivo in Italia. Ha riferito di essere arrivato sette anni fa, quando era ancora minorenne, su un barcone in Sicilia, e di essersi dato da fare per cercare un lavoro.

Assistito dall’avvocato Barbara Bettelli (d’ufficio), il 23enne ha riferito al giudice (Natalina Pischedda) di essere stato picchiato senza ragione, perché non stava facendo nulla di male: aspettava il bus per andare a lavorare. Si è però spaventato e ha reagito in modo aggressivo verso i carabinieri, questo lo ha riconosciuto anche il giudice convalidando l’arresto. I carabinieri hanno riferito di 20 minuti di tentativi di farlo salire in auto. Il giudice però non ha ravvisato alcuna pericolosità sociale nel 23enne, e lo ha rimesso in libertà senza alcuna misura cautelare. Il processo è stato quindi rinviato al 18 aprile. «Chiederò l’ammissione del video in aula come fonte di prova – sottolinea l’avvocato Bettelli – ci sono immagini inequivocabili che mostrano le percosse subite alla testa e al corpo dal mio assistito, che ha peraltro una corporatura molto magra: peserà 40 chili. Credo proprio che ci sia stato un ricorso alla forza sproporzionato».

Il video è subito giunto anche all’attenzione del Comando provinciale dei carabinieri, che sta facendo accertamenti sulla dinamica.