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Modena, nuova vita per sei edifici pubblici: l’accordo tra Comune e Governo

Modena, nuova vita per sei edifici pubblici: l’accordo tra Comune e Governo<br type="_moz" />

Sangiuliano, ministro della Cultura, ieri in municipio: «Questa città è un gioiello». Programmati interventi anche alla Caserma Setti e all’ex Manifattura tabacchi

14 marzo 2024
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MODENA. È il primo Comune emiliano-romagnolo a farlo, e di questo il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ne va orgoglioso. Dopodiché, ed è questo il dato un po’ più politico, è altrettanto utile constatare il fatto che al contrario di quanto successo in altre occasioni, stavolta tra Modena e Roma – quest'ultima sineddoche per indicare il Governo di Giorgia Meloni – il rapporto è di pace e mira alla più assoluta concretezza.

Modena si dota così, in questo contesto, del “Piano Città degli immobili pubblici”, una strategia basata su un nuovo modello di valorizzazione del patrimonio immobiliare proposto dall’Agenzia del Demanio, in linea con il piano di sviluppo comunale, con i fabbisogni dei cittadini e con le esigenze logistiche delle istituzioni.

COSA PREVEDE IL PIANO

Il Piano Città, d’intesa tra il Comune di Modena, il ministero della Cultura e l’Agenzia del Demanio, promuove la crescita economica, sociale e culturale del territorio attraverso il riuso e la rifunzionalizzazione di immobili attualmente poco o male utilizzati. L’accordo quadro sul Piano Città è stato firmato ieri nel Palazzo comunale dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dalla direttrice dell’Agenzia del Demanio Alessandra dal Verme, di cui le veci le ha fatte il direttore regionale Luca Michele Terzaghi, e dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli.

Presenti anche il prefetto Alessandra Camporota, la soprintendente Francesca Tomba e la direttrice delle Gallerie Estensi Alessandra Necci.

In sostanza il piano individua le migliori soluzioni per massimizzare l’efficienza dei servizi prestati, la rigenerazione urbana e la qualità della vita dei cittadini, rimuovendo fattori di degrado e ottimizzando l’utilizzo del suolo, in un’ottica di riduzione della spesa pubblica e di sostenibilità ambientale, anche coinvolgendo attori privati interessati al territorio.

L’accordo prevede l’individuazione di un primo portafoglio di beni composto da sei immobili di proprietà statale e comunale, tra cui l’ex reclusorio Saliceta San Giuliano, l’ex Palazzo delle Finanze, Palazzo d’Aragona Coccapani, l’ex Convento di San Pietro, l’ex Caserma Setti e una porzione dell’ex Manifattura Tabacchi di proprietà di Cassa depositi e prestiti.

LE REAZIONI

Soddisfatto il ministro Sangiuliano, che in Muzzarelli ha trovato «tanta serietà. Quando un sindaco è concreto, come nel caso del primo cittadino di Modena, è una gioia lavorarci insieme». Il titolare del dicastero alla Cultura, ha poi ribadito che «a poco più di un mese dall’incontro avvenuto a Roma con l’amministrazione di Modena e l’Agenzia del Demanio, il complesso abbaziale di San Pietro viene consegnato al ministero per essere destinato a divenire un nuovo polo culturale per la città.

La collaborazione fattiva e concreta tra le diverse istituzioni coinvolte ha consentito di arrivare in breve tempo a un risultato importante, che permetterà di realizzare uno spazio espositivo e museale delle Gallerie Estensi, con uno specifico allestimento capace di narrare la storia della città e del ducato estense, nonché la vicenda dell’insediamento benedettino». L'idea del ministro sarebbe quella di dedicare uno spazio del complesso abbaziale a «un museo del libro o dell'editoria, ma sarà compito degli attori in gioco, in primis della Città, quello di trovare una soluzione».

Anche perché, prosegue Sangiuliano, «l'Italia deve avere la forza di valorizzare non solo Roma e Napoli, ma anche le altre grandi città della penisola che sono un gioiello iconico del nostro paese. Modena è una di queste, e ne abbiamo altre 50 sparse lungo lo stivale».

Gian Carlo Muzzarelli, che prima della firma del patto ha regalato una bottiglia di aceto al ministro, si dice «soddisfatto. L’accordo è il primo in regione e, all’insegna della collaborazione istituzionale, consente di definire percorsi di valorizzazione di immobili pubblici strategici della città da sviluppare alla luce di opportunità e indicazioni offerte dal nuovo Pug, il Piano urbanistico generale. San Pietro diventerà un polo culturale grazie alla collaborazione tra Comune e Ministero, a Saliceta San Giuliano si supera l’ipotesi di trasferimento della Questura, che per noi deve rimanere dove si trova ora. Per la Prefettura si conferma la riqualificazione del palazzo del Principe Foresto, a palazzo Coccapani rimane l’Accademia, mentre i Carabinieri Forestali avranno la sede dove si trovava la Croce rossa. Ancora: l’ex Caserma Setti diventa una Cittadella dei servizi pubblici, con uffici e laboratori dell’Asl e altre strutture, mentre l’ex Manifattura Tabacchi ospiterà gli uffici di Tribunale e Procura con il progetto del Luogo giusto, la cittadella della Giustizia».

Si aggiunge la direttrice dell'Agenzia del Demanio: «Il Piano città degli immobili pubblici è lo strumento di programmazione degli asset pubblici disponibili che l’Agenzia realizza, in stretta relazione con le Pubbliche amministrazioni e con gli Enti territoriali, in coerenza con i fabbisogni e i piani urbanistici. Si tratta di ricostruire attraverso l’immobile rigenerato un sistema di relazioni affinché il cittadino si riappropri dei beni e li renda parte della propria vita sociale, in un ambiente che offre qualità, sostenibilità, e attrattività. In questa “impresa” è fondamentale il contributo che investitori e imprenditori, a partire da quelli locali, potranno dare per far rivivere le proprie radici e la storia della città».