Gazzetta di Modena

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L’intervento dei carabinieri

Arresto violento a Modena: acquisiti i filmati delle telecamere

Stefania Piscitello
Arresto violento a Modena: acquisiti i filmati delle telecamere

Giacobazzi (FI): «Un video mostra che il 23enne è stato il primo a colpire». I garanti dei detenuti: «Comportamenti inadeguati da parte delle forze dell’ordine»

15 marzo 2024
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Modena. Sarebbero state acquisite altre telecamere che documenterebbero un’altra fase dell’arresto. Immagini da cui si vedrebbe il 23enne Idrissa Diallo colpire per primo i militari.

«Oggi è stato reperito un secondo filmato che mostrerebbe come l’arrestato abbia aggredito per primo i carabinieri. Io non avevo dubbi». Ad affermarlo è Piergiulio Giacobazzi, coordinatore di Forza Italia Modena, che interviene dopo la bufera che si è scatenata intorno alla vicenda. Giacobazzi chiede che siano ascoltati i testimoni e aggiunge: «Modena è diventata un far-west». Nelle scorse ore sono intervenute più parti politiche, tra chi ha mostrato solidarietà ai militari dell’Arma e chi invece ha chiesto provvedimenti e ha invocato alla necessità di bodycam e numeri identificativi per le forze dell’ordine.

I fatti

Mercoledì mattina in Largo Garibaldi due carabinieri del Nucleo radiomobile di Modena hanno arrestato per resistenza e danneggiamento un 23enne guineano. Il giovane non avrebbe mostrato il documento, riferendo di non averlo con sé, e così i militari hanno deciso di portarlo in comando per l’identificazione. A quel punto, questa è l’accusa nei confronti del giovane, lui avrebbe opposto resistenza. Un passante ha immortalato con il cellulare la scena. Un video che mostra solo una fase e in cui si nota uno dei militari colpire con pugni il giovane per farlo salire in auto. Il 23enne, successivamente, è stato sottoposto a direttissima, il suo arresto è stato convalidato e lui è stato rimesso in libertà. Intanto i due carabinieri sono stati trasferiti: uno di loro (non quello che sferra i pugni nel video) è indagato anche per la vicenda della morte di Taissir Sakka, il 30enne trovato senza vita nel parcheggio del /B qualche mese fa per cui sono finiti sotto accusa sei militari (non sarebbe, nello specifico, il carabiniere indagato per morte come conseguenza di altro reato ma per le lesioni ai danni del fratello).

Nelle scorse ore sarebbero state acquisite le telecamere di videosorveglianza della zona e sarebbero stati ascoltati testimoni per chiarire se il 23enne abbia per primo colpito i militari. Ieri Barbara Bettelli, l’avvocata che assiste il 23enne lo ha incontrato. Il giovane sta valutando se sporgere denuncia ma deve ancora prendere una decisione.

Gli interventi

Il garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, e la garante a Modena, Laura De Fazio hanno interpellato il comandante provinciale dei Carabinieri di Modena, Antonio Caterino.

«Dalle immagini che girano – rimarcano i garanti – emergono comportamenti inadeguati da parte delle forze dell’ordine rispetto a questo tipo di controlli. Nel video manca la parte precedente». Per i due garanti, comunque, l’episodio «è da ritenersi grave e lesivo della libertà delle persone sottoposte a fermo e controlli e da considerarsi isolato rispetto a quanto avviene nei normali rapporti tra cittadini e forze dell’ordine. Il comandante Caterino è apparso colpito da quanto successo».

Ferdinando Pulitanò, coordinatore provinciale di FdI Modena dichiara che la vicenda «va e approfondita ma non deve diventare il pretesto per delegittimare con così tanto livore le forze dell’ordine». Rifondazione Comunista esprime solidarietà al ragazzo e chiede un «sistema di identificazione». Codici identificativi e bodycam li chiedono anche Modena Volta Pagina, Unione Popolare e Possibile Modena. E un gruppo di attivisti annuncia un presidio contro «le violenze dei carabinieri» domenica mattina in largo Bologna.