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Il caso

Nonantola, prodotti scaduti messi in vendita: lavoratore licenziato dalla Coop

Nonantola, prodotti scaduti messi in vendita: lavoratore licenziato dalla Coop

Il dipendente è anche sindacalista. La Cgil: «Provvedimento pretestuoso». La replica: «Rilevata una gravissima infrazione delle norme di sicurezza alimentare»

15 marzo 2024
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NONANTOLA. Un dipendente della Coop di Nonantola è stato licenziato dopo aver messo in vendita prodotti scaduti. La vicenda è subito diventata un caso con la Cgil che parla di «provvedimento pretestuoso», mentre Coop ribatte dicendo di aver rilevato «una gravissima infrazione delle norme di sicurezza alimentare»

LA VERSIONE DI COOP

«Il licenziamento è per giusta causa. La Cooperativa, nel pieno rispetto di tutte le garanzie per il lavoratore previste dalla normativa vigente, ha dovuto procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro in quanto ha rilevato, da parte del lavoratore, una gravissima infrazione inerente alle norme di sicurezza alimentare. Norme alle quali la Cooperativa non può, né tantomeno vuole, derogare. Questo perché Coop Alleanza 3.0 applica le norme in materia di sicurezza alimentare attraverso prassi e procedure che le lavoratrici e i lavoratori dei negozi seguono costantemente e con scrupolo, a tutela del loro operato e soprattutto a tutela della salute dei soci e dei consumatori, che fanno la spesa nei negozi della Cooperativa con la certezza di portare a casa prodotti buoni, di qualità e soprattutto salubri da ogni punto di vista».

I SINDACATI
La Filcams Cgil sottolinea che «il lavoratore e delegato colpito dal licenziamento, non è mai stato raggiunto da nessuna contestazione durante il suo percorso lavorativo ultradecennale presso Coop Alleanza 3.0, e questo rende ancora più sproporzionato il provvedimento disciplinare ricevuto». «Non solo sproporzionato - dice Laura Petrillo segretaria generale Filcams Cgil Modena - ma persino al di fuori della gradualità prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro del quale Coop Alleanza è, tra le parti aziendali firmatarie, la più rappresentativa in termini di lavoratori». «E’ per questo che oltre a ritenere il licenziamento illegittimo e sproporzionato rispetto alla contestazione mossa - che appare persino parzialmente pretestuosa – la Filcams Cgil rileva come Coop Alleanza 3.0, ormai da tempo, non stia rispettando quello stesso contratto collettivo di cui costituisce parte attiva sull’attuale tavolo di rinnovo. Disconoscendo, nei fatti, il peso ed il valore dei contratti nazionali e, fatto ancora più grave, perché è una posizione messa in atto dalla cooperativa di consumo più grande in Italia con oltre 16mila dipendenti». «Confermiamo una certa preoccupazione - continua Laura Petrillo - sul fatto che questa modalità di interpretazione arbitraria delle norme contrattuali possa indurre ad emulazione aziende concorrenti o persino di altri settori. Il lavoratore, sostenuto dalla Filcams Cgil, ha quindi dato mandato ad uno studio legale di impugnare il licenziamento: continueremo a sostenere la battaglia del nostro delegato, con il quale ricorreremo in tutte le sedi possibili per garantirgli assistenza nella vertenza e per chiarire all’azienda che nessun procedimento unilaterale che colpisca la dignità del lavoro, del lavoratore e della contrattazione collettiva verrà lasciato passare, né oggi né mai».