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Modena, arresti violenti del carabiniere: trasferiti i due comandanti

Stefania Piscitello
Modena, arresti violenti del carabiniere: trasferiti i due comandanti

Il militare protagonista dei video-choc è alle loro dirette dipendenze. Notificato un preavviso di spostamento per il colonnello Caterino

21 marzo 2024
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Modena Un terremoto ha scosso il Comando provinciale dei carabinieri di Modena. Due ufficiali, quelli alle cui dirette dipendenze c’è il militare protagonista di due video di arresti violenti, saranno trasferiti nelle prossime settimane: uno prenderà servizio a Bologna e l’altro a Torino.

Si tratta del tenente Giuseppe Calì, comandante del Nucleo operativo e radiomobile di Modena, e del capitano Luca La Verghetta, comandante della Compagnia carabinieri di Modena, dunque due figure apicali nella gerarchia modenese.

Anche la posizione del comandante provinciale, il colonnello Antonio Caterino, è stata sottoposta al vaglio dei vertici nazionali dell’Arma: il colonnello, che ieri ha ricevuto un preavviso di trasferimento, entro fine anno avrebbe ugualmente cambiato incarico e provincia di competenza, avendo terminato il proprio mandato.

Mercoledì 20 marzo, tra i corridoi della caserma di via Pico, c’era nell’aria un quarto nome. Si tratterebbe di un altro ufficiale, ma il suo trasferimento non è ancora stato confermato.

LE VERIFICHE DA ROMA

Che qualcosa sarebbe successo era presumibile, il comando generale dei carabinieri di Roma aveva annunciato come fossero «in corso verifiche interne per accertare se i superiori dei militari coinvolti abbiano svolto le previste attività di controllo e di istruzione sugli specifici temi nei confronti del personale».

I VIDEO SUI SOCIAL

Il provvedimento, che non è immediato ma scatterà nelle prossime settimane, arriva dopo la bufera scoppiata nei giorni scorsi quando sui social è diventato virale un video in cui un militare del Radiomobile di Modena colpiva con diversi pugni il 23enne Idrissa Diallo durante un arresto.

Il caso si è ingigantito nelle ultime ore dopo la diffusione di un secondo video. Si tratta di un arresto del 2023 davanti all’istituto superiore Barozzi: nelle immagini lo stesso militare sferra uno schiaffo a un uomo già ammanettato. Sono stati avviati accertamenti e il carabiniere è stato trasferito temporaneamente.

Trasferito anche il collega immortalato insieme a lui nel primo video: in quella circostanza il secondo militare non colpisce mai il fermato. Quest’ultimo, tuttavia, nell’ottobre 2023 è stato indagato per le lesioni sul fratello di Taissir Sakka, il 30enne trovato senza vita nel parcheggio del cinema Filmstudio 7B.

UNARMA NON CONDIVIDE

La serie di trasferimenti hanno scosso l’intero corpo modenese, tanto che si sono fatte sentire anche le sigle sindacali. Come ad esempio Unarma che attacca: «Spostamento di due carabinieri? O quattro? Dopo la diffusione di un frammento del video dove si vede un collega che tira uno schiaffo in volto durante un fermo a un uomo poco prima di farlo entrare nell’auto di servizio, arrivano i primi provvedimenti, che come sindacato riferito all’Arma dei carabinieri non condividiamo», specificano Antonio Nicolosi, segretario generale nazionale Unarma, e Antonio Loparco, segretario provinciale Modena.

Il sindacato continua: «Secondo quanto da noi appreso non vi sarebbe stata inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline (colpa specifica), non essendo configurabile una condotta diretta degli ufficiali. Non ravvisiamo neppure una negligenza o imprudenza (colpa generica) poiché non era nella possibilità di questi comandanti attuare la misura idonea a scongiurare in termini di certezza la verificazione dell’eventuale evento».

Unarma conclude ritenendo che vi fosse «necessità di un’istruttoria più approfondita prima di emettere un provvedimento così grave che colpisce non solo il militare, ma si riflette sul proprio nucleo familiare».

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