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Gli ufficiali dei carabinieri trasferiti dopo i video choc: «Sbagliato trasferirli prima di aver accertato i fatti»

Gli ufficiali dei carabinieri trasferiti dopo i video choc: «Sbagliato trasferirli prima di aver accertato i fatti»<br type="_moz" />

I sindacati contro gli spostamenti legati agli episodi degli arresti violenti

22 marzo 2024
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MODENA. Fanno discutere i trasferimenti, decisi dai vertici di Roma, dei due ufficiali del Comando dei carabinieri di Modena per i video sugli arresti violenti. Quello del 13 marzo, in cui un militare del Radiomobile colpiva con diversi pugni il 23enne Idrissa Diallo davanti allo Storchi. E quello di un anno fa, ma emerso adesso, che vede lo stesso carabiniere colpire un altro arrestato vicino al Barozzi. Il carabiniere in questione, e quello con lui in pattuglia, sono stati già trasferiti.

Come riportato ieri, i nuovi trasferimenti riguardano il tenente Giuseppe Calì, comandante del Nucleo operativo e radiomobile di Modena, e del capitano Luca La Verghetta, comandante della Compagnia di Modena.

«La soluzione adottata dal Comando generale sembra consistere sistematicamente nell’allontanamento dei militari prima di ogni giudizio, amministrativo e penale, nel merito» commenta amaro Giovanni Morgese, segretario regionale del Nuovo sindacato carabinieri. «Una soluzione che non tiene conto dei gravi disagi che si arrecano ai famigliari del proprio personale. Il trasferimento della scala gerarchica (comandante di Compagnia e comandante del Norm) del personale militare coinvolto negli spezzoni video sembrerebbe funzionale ad appagare il furore dei “detrattori” delle forze di polizia e la sete di “vendetta” dei giustizialisti. Come se fosse venuto meno il garantismo che dovrebbe permeare il dna del nostro essere cittadini, visto che è insito nella nostra Costituzione. Questi invece sembrano atteggiamenti da 1814, quando nacque l’Arma. I comportamenti di un carabiniere non possono essere rovesciati addosso al proprio comandante, al di fuori di un processo che accerti quei comportamenti. Sostituire le persone senza aver accertato se vi fossero, nei due episodi, responsabilità dirette o indirette della scala gerarchica, creerà esclusivamente ulteriore stress emotivo nei militari del Norm di Modena».

Il sindacato Unarma, con il segretario provinciale Antonio Loparco, ribadisce la propria contrarietà allo spostamento degli ufficiali «perché non era nella possibilità di questi comandanti attuare la misura idonea a scongiurare in termini di certezza la verificazione dell’eventuale evento critico». Ma si focalizza anche sulla necessità di fare prevenzione: «I militari di pattuglia oggi sono sottoposti a uno stress lavoro correlato sempre più forte – osserva Loparco – che può condurre ad errori. Spesso la diversità di lingua con le persone fermate non consente di avere comunicazione, rendendo molto più difficile l’intervento, e creando tensioni. Sarebbe opportuno che l’Arma investisse in una formazione psicologica preventiva che aiuti i militari nella gestione di situazioni che un tempo erano rare in città come Modena, ma che oggi sono l’ordinario».

D.M.

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