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Il caso

Mirandola, amara sorpresa per il prof aggredito: «Sono stato censurato dal preside»

Chiara Marchetti
Mirandola, amara sorpresa per il prof aggredito: «Sono stato censurato dal preside»<br type="_moz" />

L’insegnante del Galilei contesta il provvedimento: «È ingiusto»

23 marzo 2024
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MIRANDOLA. Censura. È il provvedimento disciplinare deciso dal preside dell’istituto Galilei nei confronti del professore che a ottobre dell’anno scorso è stato aggredito in classe da un’alunna. In quell’occasione, la ragazza si era rifiutata di portare a termine la verifica di matematica e uscendo dall’aula aveva spinto il docente contro il muro. Dopo qualche minuto, un alunno di un’altra classe era arrivato davanti al prof gridando: «Lasci stare la mia ragazza e non le metta più le mani addosso», aggiungendo «prof di mer...».

L'EPISODIO A SCUOLA
Dopo l’aggressione, sia fisica che verbale, il docente ha sporto querela alla polizia e la studentessa è stata sospesa per tre giorni. La storia, però, non si è conclusa in quel momento e proprio la settimana scorsa è arrivata la sanzione disciplinare. In realtà, i fatti che il dirigente scolastico contesta all’insegnante sono relativi al giorno successivo. «Visto quanto era accaduto – spiega il prof – ho chiesto alla studentessa in questione di spostare il banco e venire davanti alla cattedra, così da tenere la situazione sotto controllo. All’inizio, lei e due amiche mi hanno ubbidito, ma nel giro di pochi minuti hanno trascinato i banchi leggermente fuori dalla porta, in una posizione dove comunque riuscivo a vederle». È da questo punto in poi che i due racconti – uno del prof e l’altro del preside – cominciano a prendere due strade diverse. Secondo il preside, la posizione dei banchi non era corretta per questioni di sicurezza e, dopo essere stato avvisato della situazione, avrebbe invitato il prof a uscire dall’aula per un breve colloquio. L’insegnante avrebbe cominciato a parlare a tre centimetri dalla sua faccia, per poi rientrare in classe dicendo ad alta voce agli studenti quanto si erano detti.

"CENSURA"
Non solo. Per il preside, il docente aveva allontanato dall’aula le studentesse creando confusione in corridoio, nonostante lui l’avesse invitato a riammetterle per la lezione. «Non c’era confusione né in aula, né in corridoio – sostiene il prof –. Il dirigente ha interrotto la lezione senza un vero motivo e abbiamo cominciato a parlare fuori dalla classe. Non ho capito perché l’abbia fatto, avrebbe potuto fissare un appuntamento nel suo ufficio».

Inutile dirlo, il docente nega sia di essersi avvicinato tanto al viso del suo superiore che di essere rientrato in aula parlando ad alta voce. «Ho continuato la mia lezione sui numeri naturali. Non ho capito perché lui abbia fatto quelle affermazioni, né il motivo della censura». L’insegnante farà ricorso. «La fase successiva è il ricorso al provveditorato di Modena, anche se molti colleghi mi dicono che ci sono poche possibilità di togliere una censura. Poi mi rivolgerò al tribunale e al giudice del lavoro». In questi mesi, i rapporti con la studentessa sono tornati sui binari giusti e non ci sono più stati episodi da segnalare. «Ora ha addirittura sette in matematica, non so cosa le sia successo in quei giorni. Io continuo a fare il mio lavoro con la professionalità di sempre, ma per me quella censura è ingiusta e lotterò per farla togliere dalla mia scheda personale».l