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Il caso choc

Modena, tira fuori una scacciacani alla fine della partita di calcio giovanile

di Daniele Montanari
Modena, tira fuori una scacciacani alla fine della partita di calcio giovanile

Un 15enne della Consolata estrae la pistola negli spogliatoi. Il match con la Cittadella era finito con una doppia espulsione

24 marzo 2024
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MODENA. A un mese dall’accoltellamento di un 19enne della Fox Junior di Serra dopo una partita di calcio giovanile, un altro episodio choc scuote il mondo dello sport modenese, con protagonista stavolta un ragazzo di soli 15 anni. Che ha pensato bene di portarsi da casa una pistola, e di estrarla dalla borsa appena rientrato negli spogliatoi, per fare la “voce grossa” nella discussione nata nel dopo partita. Immediato l’arrivo della polizia.

IL FINALE ACCESO

La partita in questione è quella che si è giocata sabato alle 18 a Modena presso il campo “Botti” di via delle Suore, tra Cittadella Vis Modena e Consolata 67 di Sassuolo, valida per il campionato Csi. In campo, la classe 2009, quindi ragazzi di 14-15 anni. Per la cronaca sportiva, è finita 3-1 per la Consolata. Ma i riflettori purtroppo sono su tutt’altro tipo di cronaca. La partita non si è chiusa bene: all’ultimo minuto due giocatori avversari si sono offesi e spintonati, tanto che l’arbitro li ha espulsi entrambi. Quindi ha subito fischiato la fine della gara. Un po’ di offese sono volate anche mentre le due squadre rientravano negli spogliatoi, ma sono state solo discussioni verbali, come può capitare al termine di una partita. Quel che non può succedere è ciò che è avvenuto dopo.

SPUNTA UNA PISTOLA

Da una prima ricostruzione, le cose sono andate così. Visto che la discussione proseguiva negli spogliatoi, i dirigenti delle due squadre sono intervenuti per sedare gli animi. E qui è avvenuto l’impensabile: un giocatore della Consolata ha tirato fuori dal borsone una pistola e l’ha mostrata per fare valere le sue ragioni, tra lo sgomento di tutti quelli che vi erano attorno.

Non è chiaro se fosse uno dei due ragazzi espulsi. È gelato il sangue: la pistola era priva di tappino rosso, in tutto simile a una pistola vera. Ma i due allenatori sono intervenuti subito. Quello della Consolata ha afferrato la pistola dalle mani del ragazzo e l’ha gettata lontano. Ha pensato prima di tutto alla sicurezza dei presenti, perché in quella fase non si poteva sapere se era una pistola vera o meno. Proprio per questo, l’allenatore della Cittadella ha chiamato subito la polizia di Stato.

ARRIVA LA POLIZIA

Gli agenti della Volante sono arrivati al campo Botti, e hanno ricostruito l’accaduto parlando con gli allenatori, i ragazzi e i genitori che avevano assistito alla scena, che sono tutti rimasti al campo fino all’arrivo delle forze dell’ordine. Uno di loro aveva recuperato la pistola, e l’ha subito consegnata ai poliziotti. Da quanto si è appreso, è risultata una scacciacani, cioè sostanzialmente una pistola finta. Per fortuna. Ma la paura che ha creato è stata assolutamente vera. È stata comunque sequestrata. Gli agenti sono rimasti sabato sera fino a tardi, poi il ragazzo che aveva portato la pistola è stato sentito anche in questura. È stata inviata un’informativa sull’accaduto alla Procura del Tribunale per i Minorenni di Bologna. Molto probabile che a carico del 15enne venga aperto un fascicolo per procurato allarme, ma è possibile che siano contestate anche le minacce aggravate. Andrà accertato dalla polizia se la pistola è stata solo mostrata o anche puntata contro qualcuno.

La premeditazione

A lasciare interdetti, oltre al gesto in sé di aver estratto una pistola dalla borsa, è la premeditazione. Il giocatore infatti si è portato dietro la pistola da casa, nascondendola nella borsa. Non poteva sapere se la partita lo avrebbe visto coinvolto in episodio di tensione o meno. Ma si è portato dietro una pistola come “garanzia”. Non era una pistola vera, ma la riflessione che deve aver fatto il ragazzo nel compiere questo gesto fa lo stesso rabbrividire. Sarebbe allucinante comunque la scelta di portarsela dietro nel “confronto” con dei coetanei, ragazzi come lui. Ma portarla addirittura a una partita è un atto gravissimo che nulla ha a che vedere con i valori dello sport. Anche questo episodio rilancia dunque il tema, drammatico, del disagio giovanile a Modena, e dei fenomeni di devianza a cui conduce.

Subito espulso

Nei confronti del ragazzo, i vertici della Consolata hanno subito preso provvedimenti drastici: è stato immediatamente espulso. Estrema infatti la gravità dell’atto, avvenuto sotto agli occhi di tutti, incompatibile per la società sassolese con una sua permanenza nella squadra. Il ragazzo, per quanto così giovane, ha dato una gravissima dimostrazione di non condivisione non solo dei valori alla base dello sport, ma anche della convivenza civile. Ora comincia un’altra partita, quella più difficile: la sfida educativa. Che riguarda tutti.

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