Gazzetta di Modena

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La sentenza

Spilamberto, assolto dalle violenze sulla moglie. L’accusa aveva chiesto 12 anni

di Daniele Montanari
Spilamberto, assolto dalle violenze sulla moglie. L’accusa aveva chiesto 12 anni<br type="_moz" />

La 24enne aveva riferito l’episodio choc al datore di lavoro

26 marzo 2024
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Era stato accusato di avere violentato ripetutamente la moglie nella camera da letto, costringendola ad avere rapporti davanti a figlio piccolo che dormiva nella stessa stanza. Lei, una 24enne tunisina, aveva raccontato tutto al datore di lavoro che – secondo il racconto della vittima – l’aveva salvata, permettendole di fuggire lontano. Per il 39enne il pm aveva chiesto ai giudici del collegio (Roberto Mazza, Chiara Mutti e Natalina Pischedda) una condanna addirittura a dodici anni, richiesta a cui si era associato anche l’avvocato Katia Graziani (di Bologna), parte civile per la 24enne. Ma ieri l’uomo è stato clamorosamente assolto per insufficienza delle prove.

Ha già scontato un anno e due mesi in carcere e da dicembre era ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Con questa sentenza, ieri è stato dunque scarcerato. Ad assisterlo, l’avvocato di fiducia Flavia Sandoni: «Siamo soddisfatti – dichiara il legale – abbiamo sempre sostenuto che non vi fossero elementi per ritenere pienamente attendibile la persona offesa».

Le accuse
I fatti contestati, per i quali il pm aveva chiesto la pesante condanna (considerate le aggravanti della recidiva e del fatto compiuto sotto gli occhi del figlio), si sarebbero svolti, secondo la donna, nell’ottobre 2022. All’epoca il 39enne aveva appena finito di scontare quattro anni in carcere per una violenza sessuale su un minore di dieci anni, commessa nel 2008. All’inizio, la convivenza con la moglie e il loro figlio – che all’epoca aveva quattro anni – sembrava procedere in maniera serena. Poi i problemi.

Secondo quanto sostenuto dall’accusa nel corso del procedimento, l’uomo non accettava che la moglie durante il suo periodo di reclusione avesse raggiunto un’indipendenza economica andando a lavorare. E, tornato a casa, il 39enne avrebbe cominciato a chiedere soldi alla donna. Il clima in casa era diventato sempre più pesante e l’uomo – stando al racconto della 24enne – sempre più aggressivo. Fino all’episodio choc di cui è stato accusato e per il quale è finito a processo.

La ragazza ha riferito di una notte da incubo vissuta tra il 15 e il 16 ottobre 2022, quando suo marito l’avrebbe costretta a subire ripetuti rapporti sessuali. Il tutto, con un’azione di forza sconvolgente. La donna ha raccontato che lì, nella loro camera da letto e davanti al loro bimbo, l’avrebbe presa a schiaffi, tappato la bocca, strappato i capelli. L’avrebbe anche graffiata e perfino tentato di strangolare, in preda alla sua ira.

La denuncia

Dopo quella notte la 24enne ha continuato a recarsi a lavoro, ma poi si è confidata con il suo titolare. L’uomo l’ha convinta a denunciare e visto che il marito le aveva tolto i documenti, lui ha inventato uno stratagemma, sostenendo che la ragazza dovesse sottoscrivere un finanziamento e riuscendo a farsi consegnare carta d’identità e passaporto. Poi l’aveva fatta fuggire a Padova, dove le aveva preparato un posto in un’altra sua azienda e una casa. Lei dopo essere andata al pronto soccorso ha denunciato il marito ai carabinieri, raccontando la propria versione dei fatti. Il 39enne è così finito in carcere e poi ai domiciliari. Ma dopo la sentenza di ieri è tornato libero.