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Lucia e l’esame di maturità in corsia: «Ho potuto continuare a studiare»

Mattia Amaduzzi
Lucia e l’esame di maturità in corsia: «Ho potuto continuare a studiare»

Alla scoperta della scuola ospedaliera: «Modena pioniera»

27 marzo 2024
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Un video promozionale per ricordare alla cittadinanza quanto siano importanti i servizi educativi e scolastici all’interno di un ospedale. Modena è stata pioniera in questo campo, dato che la scuola ospedaliera primaria Giacomo Grossi è attiva dal 1999, ed è nata per volere del prof. Sergio Bernasconi insieme all’indimenticato dirigente scomparso nel 2009, al quale è poi stata intitolata. Così dunque nella giornata, dall’Azienda ospedaliero-universitaria è stato presentato questo video, realizzato dal Servizio comunicazione e informazione in partnership con l’Istituto comprensivo 6 e l’assessorato all’Istruzione del Comune di Modena.

Si tratta di un lavoro di testimonianza delle attività, naturalmente tutelando i giovani pazienti e le loro famiglie, che sono state condotte quotidianamente dalla scuola ospedaliera e dallo spazio incontro, i due presidi che si trovano all’interno della Pediatria del Policlinico diretta dal professore Lorenzo Iughetti.

Lo scopo è aiutare i pazienti a trovare anche in ospedale elementi di quotidianità e di una vita al di fuori del reparto, senza dover interrompere gli studi né il percorso di crescita, specialmente se si tratta di periodi di ricovero particolarmente duraturi. A fare da narratrice Lucia Cavazzuti, ex paziente di Pediatria ora maggiorenne che ha deciso di raccontare la propria esperienza. «Grazie alla scuola ospedaliera e allo Spazio incontro – ha spiegato – ho potuto continuare a studiare senza perdere anni di lezione. La prima volta era il 2016, e perciò non c’erano ancora strumenti oggi importanti, come la Didattica a distanza. Nonostante ciò, sono riuscita a sostenere il mio esame di terza media, e concludere il primo anno di superiori senza problemi. Poi, all’età di 18 anni, quando c’è stato un secondo ricovero, ho potuto fare anche l’esame di Stato, sempre nelle stesse condizioni. Se ora studio all’Università è anche grazie a loro».

A questa presentazione, hanno partecipato diverse figure istituzionali e dirigenziali, come la professoressa Patrizia Fravolini. «Il senso - ha spiegato la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo 6 di Modena - è proprio quello di accogliere gli studenti e favorire il percorso di studi. È importante perché noi sosteniamo il loro progetto di vita il quale, quando si viene ricoverati al Policlinico, può sembrare avere un interruzione. Noi lo dobbiamo sostenere, facendo capire loro che in un modo flessibile e diverso viene portato avanti l’aspetto educativo e dell’istruzione. Perciò le maestre entrano in contatto non soltanto con i bambini della Scuola primaria, ma anche con gli alunni di quella Secondaria, e in alcuni casi li aiutano a raggiungere la Maturità. Ci prendiamo cura di tutti i ragazzi che entrano nel Policlinico».

Al momento vengono seguiti una cinquantina di bambini del reparto di Oncoematologia pediatrica, e tra i seicento e settecento ragazzi, tra gli 0 e i 16 anni, nel corso dell'anno scolastico. «Questi sono luoghi preziosi - ha spiegato l’assessora Grazia Baracchi -. Da una parte lo Spazio oncontro, che per il Comune è come se fosse una sezione del Nido, con educatrici dedicate ed una pedagogista. Poi prosegue il percorso con la Scuola Ospedaliera. Questo permette ai bambini di tenersi collegati con la realtà educativa e scolastica, e soprattutto di esercitare quel diritto al gioco e all’istruzione».