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Gli atelier delle debuttanti a Modena, dove l’abito diventa un sogno

di Ginevramaria Bianchi
Gli atelier delle debuttanti a Modena, dove l’abito diventa un sogno<br type="_moz" />

Cinque sarti modenesi al lavoro in vista del ballo Makp100 all’Accademia. Sono al fianco delle ragazze che a maggio danzeranno a Palazzo Ducale

02 aprile 2024
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MODENA. Un abito del genere lo si può rimettere forse al matrimonio. Strati di tulle doppi, a volte tripli, ricoperti da ampie gonne in organza bianca. Candide. Il corpetto, dalla sagoma a cuore, si lega perfettamente alla vita con qualche accessorio luccicante o, tuttalpiù, un fiocchetto. I guanti di seta devono essere all’altezza del gomito, né un centimetro di più, né uno di meno. E infine, tra i capelli, viene concesso qualche fermaglio che faccia da punto luce.

«Ti cuciremo addosso uno dei vestiti più importanti della tua vita», viene detto alle ragazze non appena varcano la soglia dell’atelier selezionato per la realizzazione del proprio abito dei sogni. Non si parla di vestiti da gran galà, e nemmeno da red carpet: queste sono le direttive per la creazione degli abiti del Makp100, uno degli eventi più attesi da tutte le neo diciottenni italiane, il ballo delle debuttanti in Accademia. Da prassi, anche quest’anno, a maggio, le giovani danzeranno nel chiostro del grande palazzo ducale. Come per ogni occasione importante, c’è bisogno dell’abito giusto, e proprio per questo sono stati reclutati ben cinque atelier di Modena e provincia: Altomare Sposa e l’Atelier di Giò in centro a Modena, Manifattura 2.1 a Formigine, E20 Atelier per a Bomporto e Riccardo Studio Creativo a Lama. I vestiti, dunque, saranno interamente made in Modena, e gli stylist avranno così modo di farsi conoscere su scala nazionale.

«Il gran ballo delle debuttanti è un’esperienza fantastica, sia per le ragazze che debuttano, che per noi stilisti. Io, in primis, sono una sognatrice da sempre, perciò vivo la favola delle ragazze che selezionano il mio atelier come se fosse la mia – spiega Maria Giovanna Todisco, proprietaria dell’Atelier di Giò – Le seguo dall’inizio alla fine, realizzando il loro abito dei sogni. Ormai sono tre anni che affianco l’Accademia in questo percorso, ma devo dire che quest’ultima edizione sta iniziando a prendere una piega un po’ diversa dalle altre, per quanto mi riguarda. L’interesse per le mie creazioni è accresciuto e penso che sia merito dell’esperienza che ho nel settore. Prima di aprire il mio atelier ho collaborato infatti con diverse case di moda. Inoltre, oggi, quando propongo un bozzetto, studio, faccio ricerche e mi informo sulle tendenze e i gusti del momento. Cerco sempre di aggiungere un tocco di modernità alle mie creazioni, e penso che questo sia un valore aggiunto».

Ma come è possibile portare una boccata d’aria fresca in una ricorrenza tanto affascinante quanto tradizionale? «Il direttore artistico del ballo, ogni anno, impone giustamente canoni stilistici – racconta Christian Albanese di Manifattura 2.1 – ma questo non significa che noi sarti non possiamo aggiungere a ogni modello un tocco personale. L’anno scorso ognuna delle venticinque dame che ho seguito aveva un abito simile, ma ciascuna aveva un dettaglio che la contraddistingueva dalle altre. C’era chi aveva un’ arricciatura sulla scollatura, chi una cintura brillantinata, chi un fiocco sulla schiena oppure qualche perla in vita. Voglio che ogni ragazza si senta speciale a modo suo, riuscendo ad assecondare anche quelli che sono i suoi gusti. Purtroppo si sa però che di fronte a eventi di questo calibro bisogna sacrificare un pochino la singolarità per mettere in mostra la bellezza di un gruppo nella sua totalità».

«La novità di quest’anno, nel nostro caso, è il pizzo floreale – confessa Giulia Cicogni, proprietaria di E20 – È il primo anno che il mio atelier partecipa al ballo delle debuttanti, ho perciò cercato di attenermi il più possibile all’eleganza e alla sobrietà che richiede una location come l’Accademia. Ho chiesto però se potessi aggiungere del pizzo, perché è molto di tendenza. Il direttore creativo ha acconsentito e le ragazze sono rimaste soddisfatte: si sono interessate a noi una ventina di giovani e abbiamo già fissato una quindicina di appuntamenti. Erano anni che volevo partecipare al gran ballo delle debuttanti come stilista, ci tenevo molto, e sono contenta di non aver mai lasciato andare questo sogno. L’unica cosa che mi preoccupa sono le tempistiche per la realizzazione degli abiti, che sono molto strette. Ma ce la metteremo tutta».

A debuttare insieme alle ragazze non sarà solo l’atelier E20, ma anche Riccardo Studio Creativo, un atelier di Lama gestito dal fiorista Riccardo Natoli: «Ho sempre fatto il flower designer per eventi e matrimoni, poi è iniziata a sbocciare anche la passione per il mondo dell’abbigliamento – racconta – Il mio atelier è aperto da una sola settimana. Ho iniziato col botto, forse osando, ma non potevo lasciarmi scappare quest’occasione. Al ballo delle debuttanti partecipano ragazze da tutta Italia, perciò iniziare questo percorso, per me, è un’ottima vetrina per il futuro. Inoltre, all’interno delle professioni che ho svolto e che svolgo, mi sono sempre occupato di fare felici le donne. Non è difficile per me immedesimarmi in loro e capire cosa potrebbero volere. Spero dunque di aver fatto centro con le mie proposte, e di aver assecondato i gusti delle ragazze».

Invece l’atelier Altomare Sposa parteciperà per la decima volta: «Garantiamo la fornitura degli abiti all’Accademia militare dal 2014 – dichiara Debora, la proprietaria – Siamo da sempre un punto fermo per le future debuttanti, in quanto rappresentiamo l’eccellenza nel settore sposa».

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