Modena, per i saldi invernali un mezzo flop: «Vanno ripensati, l’online domina»
Il commento Giulio Po, vicepresidente Fismo Confesercenti
MODENA A Modena e provincia i saldi invernali, che si sono conclusi ai primi di marzo, hanno registrato risultati discreti per il primo mese, dove lo scontrino medio è stato di 94 euro, poi hanno via via perso appeal. A danneggiare le vendite in saldo, le tante scontistiche in vigore tutto l’anno sulle piattaforme online senza alcuna regolamentazione che vanno a ledere le vendite promozionali (per legge consentite solo in determinati periodi dell’anno) dei negozi fisici. Tra le altre cause anche l’erosione del potere di acquisto delle famiglie, generato dall’inflazione degli ultimi due anni che non solo ha compresso i consumi in termini di volumi, ma che ora segna una decrescita generalizzata anche in termini di valore.
IL COMMENTO
Così Giulio Po, vicepresidente di Fismo Confesercenti Modena: «Possiamo affermare che i saldi invernali non hanno avuto il risultato sperato e che per il settore moda continua una difficoltà che dura da troppo tempo. Servono regole stringenti per i colossi dell’online e una regolamentazione sull’eccesso di offerte che si registra nel nostro settore che fanno sì che il nostro mercato sia in balia degli sconti tutto l’anno. Saldi, sottocosto, promozioni, offerte speciali, Black Friday, temporary shop, boxing days, tutte iniziative che in modo inevitabile diluiscono gli acquisti e impattano in modo negativo sulle vendite di fine stagione, sottraendo quote di mercato alla rete dei negozi di vicinato. La distribuzione tradizionale nei negozi fisici dei prodotti appartenenti al settore moda, da sempre fiore all’occhiello del made in Italy, oggi si trova, per varie ragioni (non solo per le vendite promozionali che comunque incidono parecchio) in uno stato di crisi profonda. I dati ci dicono che, su scala nazionale nel 2023, su ogni impresa che ha aperto 4 hanno chiuso l’attività, a Modena una ogni 3».
GLI SCONTI
«L’usanza di acquistare in sconto, vero o presunto tale, largamente utilizzato dalle piattaforme online che propongono in totale libertà e in assenza di regole massicce campagne promozionali, crea un enorme problema di distorsione della concorrenza – continua Po – e la rete tradizionale del settore moda rischia di sparire di fronte allo strapotere mediatico ed economico di cui dispongono le grandi piattaforme dell’online. I fattori di distorsione della concorrenza sono evidenti e bisogna ristabilire in fretta un equilibrio, garantendo parità di condizioni fra le diverse forme distributive, andando a considerare anche i fattori climatici che ormai incidono inevitabilmente sugli acquisti dei consumatori».
DAI NEGOZI
«I saldi costituiscono ancora, per gli operatori del settore moda, un patrimonio economico, sociale e culturale, però occorrono interventi sulla data unica decisa a livello nazionale, sulla durata e sull’assetto normativo. Necessarie anche una maggiore attenzione alla tempistica su cui dare il via alle vendite di fine stagione e norme a tutela degli esercizi di vicinato. I saldi possono rappresentare ancora una grande opportunità per i consumatori a condizione che sia garantita la possibilità di comparare le diverse offerte in cui anche il piccolo esercizio commerciale possa competere», conclude Po.