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Modena, per il Mammut inizia una nuova era: «Giusto riqualificarlo per la città»

di Davide Berti
Modena, per il Mammut inizia una nuova era: «Giusto riqualificarlo per la città»

I fratelli Galassini oggi inaugurano la struttura tutta dedicata a padel e benessere: «Qui le persone devono sentirsi a casa». Entro due anni anche il secondo stralcio

05 aprile 2024
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MODENA Un pezzo di Modena torna a vivere. Ecco perché la giornata di oggi assume i contorni di un vero e proprio evento. Riapre, infatti, il Mammut, storico circolo alle porte della città, abbandonato da troppi anni dopo il fallimento del Modena di Caliendo che trascinò anche il circolo nella desolazione. Via il degrado, spazio alla riqualificazione, con un colpo d’occhio degno delle grandi città.
Una rottura netta col passato, voluta dalla famiglia Galassini che, dopo aver acquistato all’asta l’area, ha iniziato a progettare e a rendere il futuro realtà. Ieri il viavai era incessante per preparare l’inaugurazione di oggi pomeriggio, dove sono attese più di cinquecento persone.

LA NUOVA STRUTTURA
Allestimenti, tavoli, divanetti. C’è chi pulisce, chi monta e chi controlla che tutto sia perfetto.
E a godersi questa emozionante vigilia ci sono anche i fratelli Paolo e Massimo Galassini, proprietari dell’area con la loro società immobiliare e oggi anche gestori di questa nuova struttura che Modena aspettava. Ci guidano in un tour che ha per protagonista soprattutto il padel, lo sport del momento, che diventa il mezzo principale per ridare anima a una zona che per tutti era abbandonata: «Il senso - spiega Paolo Galassini - è stato proprio questo: restituire a Modena un pezzo di città. Lo abbiamo fatto con il tempo necessario per progettare e ideare ciò che in questo momento poteva rappresentare un messaggio di socialità. Il padel è uno sport che unisce, non è elitario, è accessibile a tutti. Ecco perché il primo grande investimento sulla struttura lo abbiamo fatto basandoci su questo sport».

LA STORIA
Riavvolgiamo il nastro. Il Mammut che i modenesi avevano conosciuto negli anni d’oro, di fatto, non esiste più. Il primo stralcio dei lavori ha riguardato la parte esterna di fronte al parcheggio, con i primi due campi da padel, e i due padiglioni interni. Lì ci sono altri sei campi, una palestra, gli spogliatoi, l’ingresso con un’area bar accessibile anche dall’esterno e una lounge che presto sarà utilizzabile.

IL "VIAGGIO"
Elegante, curato nei dettagli, nulla è lasciato al caso anche mentre si corre perché tutto oggi sia perfetto: «Anche l’estetica vuole la sua parte, qui le persone devono stare bene e sentirsi a casa», spiega Galassini. E in effetti è così: risistemato il parcheggio, lo spazio verde è accogliente e chiunque potrà arrivare ad utilizzare i servizi del bar: «Nessun tornello, nessun controllo fino a quella zona: Modena si deve poter godere questo spazio, pensato anche per le famiglie e per poter socializzare. Poi, certo, la differenza la farà la tipologia di accesso che uno sceglierà, una volta varcata la soglia della reception».
Già, perché se fino al bar tutto è libero, l’ingresso ai servizi sportivi ovviamente richiede una sottoscrizione. Non una quota elitaria, ma una soglia di ingresso graduale che spazi da chi usufruirà dei soli campi da padel fino a chi potrà godere di palestra e servizi più esclusivi.

PROTAGONISTI
Il centro unisce così lo sport al relax garantendo una apertura sette giorni su sette dalle 7 alle 24 (dalle 8 alle 23 nei festivi): «È un’oasi e come tale deve essere trattata, con tutte le accortezze del caso - continua ancora Galassini - Era doveroso metterci le mani e investire da subito per garantire una soluzione che fosse anche una occasione di condivisione». Tutti guardano i dettagli. Paolo e Massimo non lasciano nulla al caso, al loro fianco c’è sempre l’avvocato di famiglia Pier Giorgio Rebecchi. Coinvolti anche Davide, figlio di Massimo, e Beatrice, figlia di Paolo: il nuovo Mammut è una sfida che riguarda tutti.
Le zone della club house, del tennis e della piscina non esistono più e sono tutte nel secondo stralcio di lavori che i proprietari hanno come obiettivo per i prossimi due anni: «Non dobbiamo fare le cose in fretta. Dobbiamo capire la risposta di Modena e ciò di cui Modena ha bisogno. Certamente anche la seconda parte del nostro investimento andrà a toccare l’ambito sportivo, del benessere e del sociale».