Modena, alla Crocetta si produrrà energia: è una comunità aperta a tutti
Impianti fotovoltaici su 14 tetti di edifici pubblici e Acer
Nasce a Modena la comunità energetica “Mo c’è”, per la condivisione di energia autoprodotta da fonti rinnovabili.
Il Consiglio comunale, infatti, ha approvato la delibera presentata dall’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi per la costituzione della Cer (Comunità energetica rinnovabile) che, una volta operativa, contribuirà a rispondere alla necessità di tutela ambientale, riducendo le emissioni di CO2 grazie, appunto, all’aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili. La Comunità offre anche una risposta alla povertà energetica grazie ai minori costi di produzione e all’incentivo erogato dal Gse (Gestore servizi energetici) per la quota di energia che viene condivisa, oltre a fornire l’occasione per attuare pratiche di coesione sociale.
La delibera è stata approvata con il voto a favore dei gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Europa verde-Verdi, Modena civica), del Movimento 5 stelle e di Lega Modena. Il gruppo di Forza Italia non ha partecipato al voto.
Soci fondatori della comunità energetica “Mo c’è” sono il Comune di Modena, l’Agenzia per l’energia sostenibile e lo sviluppo (Aess), che ha lavorato al progetto di costituzione della Comunità energetica, e Acer. Possono entrare a far parte dell’associazione le persone fisiche, le piccole e medie imprese (a condizione che la partecipazione non costituisca l’attività commerciale e industriale principale), enti locali, territoriali e religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale che hanno sede nei comuni dovesi si trovano gli impianti di produzione della Comunità stessa. E possono far parte dell’associazione anche i clienti finali, in particolare quelli domestici, compresi quelli appartenenti a famiglie a basso reddito o vulnerabili.
L'obiettivo
La costituzione della Cer, come ha spiegato l’assessora Filippi nella presentazione, rientra nelle attività di contrasto al cambiamento climatico previste dal Paesc, il Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima approvato dal Consiglio nel 2021, e arriva al termine di un lavoro preparatorio durato circa due anni e in seguito all’emanazione da parte del Governo del necessario decreto per individuare la tariffa incentivante per gli impianti a fonti rinnovabili, avvenuta lo scorso dicembre, e delle regole operative per l’accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso, arrivate solo a febbraio 2024. Già nel 2022, però, il Comune di Modena aveva partecipato con Porta Aperta al progetto il progetto biennale Unire (Urban Network Investing Resource for an Energy community) con l’obiettivo di studiare un modello di costruzione di una Comunità energetica rinnovabile e di cominciare a formare consulenti per le famiglie. E, nel 2023, l’amministrazione aveva partecipato anche al bando regionale per lo sviluppo di comunità energetiche con il progetto di “Mo c’è” ottenendo un finanziamento di 47 mila 345 euro, pari al 90 per cento del budget complessivo (di 52 mila 606 euro), per gli studi di fattibilità.
Il progetto della Comunità energetica “Mo c’è”, che sarà realizzato nel Quartiere 2 e, in particolare, nell’area della Crocetta, caratterizzata dalla presenza di un nucleo importante di utenze deboli, potenzialmente in povertà energetica, prevede l’installazione, nel corso di almeno tre anni, di impianti fotovoltaici su 14 edifici, parte del Comune e parte di Acer. Gli impianti produrranno energia per l’autoconsumo e, in caso di eccedenza, per la condivisione con gli altri soci della Comunità stessa. Una comunità energetica rinnovabile, infatti, è un’associazione formata da amministrazione pubblica, associazioni, imprese e cittadini che uniscono le proprie forze per dotarsi di impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
Gli interventi
Il dibattito che ha preceduto il voto è stato aperto da Barbara Moretti (Movimento 5 stelle) che approvato «un modello virtuoso, circolare, con anche una forte valenza sociale». Per la consigliera è importante anche “replicare” il progetto anche in altre aree della città da rigenerare (riferendosi, per esempio, all’area ex Pro Latte o ex Mercato Bestiame). Anticipando il voto a favore del gruppo, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha sottolineato che «la delibera è funzionale a recuperare fondi per portare avanti questi progetti: giusto quindi proseguire e centrare gli obiettivi, poiché portano vantaggi ambientali, economici e un nuovo modo di ricavare energie».
Alberto Bignardi (Pd) ha evidenziato come le comunità energetiche siano «soluzione innovativa e partecipativa», nel contesto di sfide globali che mettono al centro la transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio. Il consigliere ha sottolineato che «a essere protagonisti sono i cittadini, con maggiori responsabilità sulla sostenibilità ambientale».