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Il caso

«L’auto cinese chiamata “Modena” è una presa in giro dei lavoratori»

di Mattia Amaduzzi
«L’auto cinese chiamata “Modena” è una presa in giro dei lavoratori»

Palombella (Uilm) sul caso Xiaomi: appello al ministro Urso

13 aprile 2024
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La nuova Xiaomi SU7 ha fatto scalpore ancor prima di arrivare in Italia. La prima supercar realizzata dal colosso cinese della telefonia mobile, è stata soprannominata dagli stessi produttori come SU7 Modena, in onore della città capitale italiana dei motori, e conosciuta in tutto il mondo per marchi come Ferrari e Maserati.

Questo ha scatenato diverse polemiche nel nostro Paese, come affermato di recente da Rocco Palombella, il segretario nazionale della Uilm, a Torino durante lo sciopero unitario promosso dai sindacati a sostegno del rilancio dello stabilimento di Mirafiori.

La protesta

«Se cambia nome “Milano” deve farlo anche “Modena” – ha spiegato Palombella – Prima di aprire ai cinesi sarebbe opportuno far lavorare i nostri stabilimenti dato che in questi 3 mesi stanno producendo il 50% della produzione e ci sono tantissimi lavoratori in cassa integrazione questa disputa è qualcosa che distrae l’attenzione dai problemi reali».

Il segretario nazionale della Uilm ha poi continuato: «Ho sentito il ministro Urso dire che la “Milano” dell’Alfa Romeo non può essere chiamata così perché non si produce in Italia, noi chiediamo intanto che la vettura venga prodotta in Italia, ma se cambia l’Alfa Romeo Milano deve cambiare anche quella cinese che si chiama “Modena”. Entrambe sono una presa per i fondelli all’Italia e ai lavoratori. Quindi prima di far cambiare nome devono decidere come far risalire la produzione nei nostri stabilimenti».

Una richiesta chiara quella di Palombella, ma che al momento è destinata a rimanere inascoltata, dato che nelle prime 24h dal lancio ufficiale, la Xiaomi ha ricevuto oltre 100mila ordini, praticamente tutta la produzione del 2024.

A Modena, intanto, i problemi legati al mondo dei motori riguardano la Maserati e le uscite incentivate dallo storico marchio geminiano annunciate dal gruppo Stellantis, le quali riguardano per lo più ingegneri e progettisti.

Il presidio

Per questo motivo, oggi alle 11.15 la lista “Modena Cambia” ha in programma un presidio davanti alla sede della Maserati stessa, in via San Giovanni Bosco 250/264, con lo slogan “Contro lo smantellamento di un’eccellenza modenese”.

Saranno presenti il candidato sindaco Daniele Giovanardi, la capolista di “Modena Cambia” Beatrice De Maio e Gianni Alemanno, Segretario Nazionale del Movimento Indipendenza.

«Saremo in prima linea – hanno affermato Giovanardi e De Maio -, nella difesa di tutte quelle aziende, a partire dalla Maserati, minacciate dalla crisi economica e da scelte scellerate di politiche industriali che colpiscono le imprese locali ed italiane. Noi ci batteremo affinché non scompaia dal territorio un marchio storico come la Maserati che fa parte dell’identità stessa di Modena, anche e soprattutto per coloro che ci lavorano e il relativo indotto».

«Sarà un duro colpo per il Made in Italy – ha aggiunto Alemanno – se si procederà allo smantellamento della storica sede modenese della Maserati. È per questo motivo che Indipendenza si mobiliterà per chiedere al governo di inserire il destino di Maserati sul tavolo negoziale aperto con Stellantis».