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L'intervento

Modena, il vescovo Castellucci verso le elezioni: «Niente comizi nelle parrocchie»

Modena, il vescovo Castellucci verso le elezioni: «Niente comizi nelle parrocchie»<br type="_moz" />

Le indicazioni di don Erio: «Riconosciuto il pluralismo politico dei cattolici»

17 aprile 2024
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MODENA Niente comizi negli spazi della Diocesi carpigiana, al pari di quanti già avviene in quella di Modena-Nonantola.
Alla vigilia della lunga campagna elettorale che porterà alle elezioni di giugno, Erio Castellucci, Vescovo di Carpi e Arcivescovo di Modena-Nonantola, “rinfresca” alcune indicazioni ai parroci.

LE PAROLE


«La Diocesi e le parrocchie non metteranno a disposizione le loro strutture, o spazi interni o esterni, o le loro suppellettili per incontri legati alla campagna elettorale, da parte di singoli partiti o di coalizioni».
Come detto tali indicazioni sono le stesse già applicate a Modena. Don Erio puntualizza anche che «la partecipazione alla vita politica per i cattolici è una forma altissima di carità, come ribadito più volte dai Pontefici. Il coinvolgimento dei singoli fedeli nell’impegno politico appartiene alla vocazione battesimale, che si declina non solo nell’edificazione della comunità cristiana, ma anche nella collaborazione al bene comune».
E dunque «il principio di laicità comporta il riconoscimento del pluralismo politico dei cattolici, i quali si impegneranno e potranno militare attivamente in diversi partiti, avendo ciascuno come riferimento la propria coscienza e il Vangelo, che si esprime anche attraverso la Dottrina sociale della Chiesa».

LE ELEZIONI

Ma proprio per assicurare la laicità e la libertà dei battezzati «la Chiesa cattolica, nelle sue molteplici articolazioni territoriali, si impegna alla formazione di una coscienza socio-politica rispondente alla propria missione evangelizzatrice e si astiene dal coinvolgimento diretto o indiretto nelle iniziative pre-elettorali».
Ecco perché nelle parrocchie modenesi e carpigiane non potranno svolgersi attività legate alla campagna elettorale .
«L’invito ad esercitare attivamente il diritto-dovere di eleggere con il proprio voto i rappresentanti delle comunità civili negli organismi locali – prosegue il vescovo Castellucci – resta uno dei servizi che la Chiesa può e deve portare avanti, in linea con l’intento di dare il proprio apporto alla costruzione di un tessuto democratico e partecipativo».