Gazzetta di Modena

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Emergenza criminalità

«Dobbiamo controllare il contatore»: novantenne truffata in pieno giorno a Formigine

di Carlotta Fornaciari
«Dobbiamo controllare il contatore»: novantenne truffata in pieno giorno a Formigine

Due uomini si sono finti addetti di Hera per rubare oro e gioielli

20 aprile 2024
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FORMIGINE. Due uomini sulla trentina suonano al campanello: chiedono di controllare il contatore dell’acqua, mostrano entrambi un presunto tesserino di Hera e subito vengono accolti nell’appartamento dall’anziana signora. Nel giro di mezz’ora, neanche il tempo di rendersi conto della truffa, gli ori della proprietaria di casa e la fede del marito defunto spariscono dal portagioie.

LA TRUFFA IN PIENO GIORNO

È accaduto venerdì 19 aprile, al mattino, in una casa bifamiliare a Formigine, nella zona delle scuole medie, nei pressi di via don Morselli: un quartiere movimentato e pieno di esercizi commerciali, ma evidentemente non abbastanza tutelato dai truffatori. Sono le 11.30 del mattino, oltre alla vittima del furto, una signora di novant’anni, non c’è nessun altro in casa: dopo un giro di controllo intorno alla bifamiliare, con la scusa del contatore, arriva il momento in entrare in casa. Per i due uomini, non bene identificati, è sufficiente mostrare un tesserino falso, entrando dal tablet sul sito web di Hera: una prova sufficiente per la proprietaria della casa che, quando le viene chiesto di fare un controllo dei vari termosifoni dell’appartamento, non si pone troppe domande. È a quel punto che avviene il furto: uno dei due la intrattiene con qualche domanda sulla sua vita privata, un paio di riferimenti alle foto dei parenti esposte in casa, si dimostra volenteroso di scambiare due chiacchiere in compagnia. Il diversivo purtroppo non fallisce: scoperto l’accaduto, scatta la denuncia a ignoti, è difficile identificare i due truffatori anche dalle telecamere della zona.

IL RACCONTO DELLA NIPOTE

«Purtroppo le voci riguardanti furti di questo genere girano spesso, mia nonna era già stata messa in guardia di non aprire la porta a nessuno – commenta la nipote Amanda – I cartellini falsi e le immagini sul tablet l’hanno indotta a pensare che fosse tutto sotto controllo. Andandosene i due uomini l’hanno salutata e ringraziata: sembrava tutto a posto. Purtroppo l’insicurezza e il dispiacere sono emersi quando si è resa conto dell’accaduto. Ora io e il resto della famiglia usciamo di casa a turni per non lasciarla mai sola, anche se non sarà sufficiente a compensare il dispiacere per i ricordi del nonno che ormai ha perso».