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La manifestazione

Modena, tutti in piazza per Alessandro Venturelli con mamma Roberta: «Un figlio non si archivia»

Gabriele Canovi
Modena, tutti in piazza per Alessandro Venturelli con mamma Roberta: «Un figlio non si archivia»

Presidio per il giovane scomparso da Sassuolo nel dicembre 2020. La madre: «Non potete chiudere il caso, continuate a cercare Alle»

20 aprile 2024
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MODENA. È salita sul palco per ultima, dopo il sindaco di Sassuolo e anche dopo gli avvocati. Poi, all’improvviso, la sua voce sottile è diventata potentissima: un megafono per tutte quelle persone di cui non si hanno più notizie da tempo, come il suo “Alle”, e un invito a continuare a cercare, perché «un figlio non si archivia».

Lei è Roberta Carassai, una delle oltre duecento persone che ieri pomeriggio ha riempito piazza Matteotti per ricordare suo figlio Alessandro Venturelli, scomparso il 5 dicembre 2020 da Sassuolo all’età di ventuno anni, soprattutto per opporsi con forza alla richiesta di archiviazione del caso. Come lei, tantissimi altri presenti indossavano una maglia bianca: al centro un grande riquadro verde con il viso di Alessandro; sopra una scritta: “No archiviazione”. Il verde è il colore per eccellenza del pomeriggio: verde è il cappotto di mamma Roberta, verde è la maglia dedicata suo figlio e verdi sono anche i cuori stampati sugli striscioni appesi attorno al palco. Recitano: “Vogliamo Alessandro, il dolore non si archivia”. E ancora: “Alessandro va cercato, non archiviato”. Fino a: “Sì all’ordine di indagine europea”.

LE PAROLE DI MAMMA ROBERTA

«In questa piazza ci sono persone che non si sono voltate dall’altra parte, come invece hanno fatto le nostre istituzioni – esordisce Roberta – A loro dico di scendere dal piedistallo e di venire a sedersi dove ogni giorno mi siedo io, di dormire sul mio divano e di mettere le mie scarpe per quaranta lunghissimi mesi. Sono molto arrabbiata: un anno fa abbiamo chiesto un ordine di indagine europea, ma nessuno ci ha mai dato una risposta nonostante quattro giorni prima di andarsene Alessandro avesse fatto ricerche online sull’Olanda. Senza quel via libera, la polizia straniera non può indagare. In questo quattro anni, la procura non hai trovato cinque minuti per parlare con me, ma io non sono stata solo ad aspettare; ho bussato a tutte le porte a cui potevo bussare. Chiedo alle istituzioni, al presidente della Regione e anche al presidente del Consiglio di mettersi una mano sul cuore e di pensare che al posto di Alle avrebbe potuto esserci un loro figlio o un loro nipote».

L’UDIENZA DEL 30 APRILE

Fra pochi giorni, il 30 aprile, si terrà l’udienza per discutere dell’opposizione alla richiesta di archiviazione: «Ogni mattina – continua – devo trovare un senso per alzarmi da quel divano. La mia presenza qui oggi significa che io non mi arrenderò mai e che andrò avanti contro tutti e tutto. Gli scomparsi hanno bisogno tutti di essere ricordati, lo facciano anche i telegiornali in coda alle notizie. Vorrei, e concludo, che l’energia di questa piazza arrivasse ad Alessandro. Cari giudici e procura, ora basta: gli scomparsi non si archiviano». Sul palco anche gli avvocati Claudio Falletti e Barbara Iannuccelli: «Serve rispetto anche per gli scomparsi – ha detto Iannuccelli – in questo Paese abbiamo rispetto per gli assassini e non per le famiglie che cercano i propri cari».

Significativa la presenza di Marisa Degli Angeli, presidente emiliana dell’associazione “Penelope”. «Non esistono date di scadenza quando si parla di persone scomparse – ha aggiunto Stefania Ascari, avvocato e parlamentare Cinquestelle – finché ci sarà speranza le ricerche dovranno essere condotte e l’intera comunità dovrà essere partecipe». Così, infine, il sindaco di Sassuolo Francesco Menani: «Spero che il giudice che si dovrà esprimere sull’archiviazione sia un genitore e si metta una mano sul cuore».