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Il caso

Pavullo, accudisce un’anziana e dopo la sua morte viene cacciato da casa

di Daniele Montanari
Pavullo, accudisce un’anziana e dopo la sua morte viene cacciato da casa<br type="_moz" />

Il 76enne sarà un senzatetto

01 maggio 2024
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«Cacciato di casa perché non servo più». Lo dice con gli occhi lucidi Giorgio Longhi, raccontando una storia che lascia davvero senza parole. Domani, se nulla cambia, quest’uomo di 76 anni sarà un senzatetto, perché alle ore 10 del 2 maggio è fissato lo sfratto esecutivo da parte dell’ufficiale giudiziario. «Si agirà con fabbro e forza pubblica» gli ha lasciato scritto nell’avviso.

Siamo a Montebonello, incantevole borgo nella campagna attorno a Pavullo. Una comunità che si sta mobilitando per Giorgio, a cui tutti qui vogliono bene, dopo averlo imparato a conoscere in questi quasi sei anni. È arrivato infatti il 3 giugno 2018 con Ennia Bonati, allora 95enne, da Bologna. Si erano conosciuti là, dove lui per diversi anni le aveva già dato una prima forma di assistenza (lei era malata di Alzheimer). Poi la signora aveva deciso di trascorrere i suoi ultimi anni nella tranquillità della montagna, a Montebonello nella vecchia casa del fratello. La signora si era affezionata a Giorgio, che ha sempre dato la sua assistenza gratuitamente, decidendo di scrivere nel testamento che quando lei fosse morta lui avrebbe potuto continuare a vivere nell’appartamento di lei a Bologna senza pagare l’affitto, fino alla fine dei suoi giorni, perché si era sempre comportato bene con lei. Ma siccome l’appartamento era vuoto, perché erano andati tutti e due a Montebonello, i famigliari della signora lo hanno affittato.

La storia

A Montebonello Giorgio si è preso cura giorno e notte della signora fino alla sua morte, il 5 febbraio 2023 a pochi mesi dai 100 anni. Lui l’accudiva, la puliva, le faceva da mangiare, lavava e stirava, la portava in giro e alle visite. «Negli ultimi tempi dormivo due ore a notte, perché aveva sempre bisogno – ricorda – e tutto questo senza mai chiedere in soldo, perché per me lei era come una madre».

Con la sua morte, ha avuto una pessima sorpresa. I famigliari di Ennia non solo non gli hanno messo a disposizione l’appartamento di Bologna, ma gli hanno detto che deve andarsene anche dalla casa di Montebonello. Il fratello della signora, proprietario della casa qui, è infatti anch’egli morto, e tutto è finito in mano agli eredi. Che non hanno riconosciuto praticamente nulla a Giorgio per i suoi anni da caregiver a tempo pieno. E tuttora non gli corrispondono neanche l’affitto che incassano dall’appartamento di Bologna, con cui potrebbe trovarsi un’altra casa. Nonostante tutto questo, lui era in pace anche solo a restare a Montebonello nella casa dove ha vissuto con Ennia, ma gli eredi gli hanno mandato lo sfratto. Non ha un altro posto dove andare, ed è anche una persona fragile che ha chiesto un amministratore di sostegno. Tutti in paese gli vogliono bene, perché hanno visto con quanta dedizione ha curato la signora. In questi mesi hanno cercato di aiutarlo dove possibile, e si augurano vivamente che si fermi lo sfratto, ritenuto «un’azione indecorosa nei confronti di chi si è preso cura con tanta premura di una persona».