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Modena, accuse di tortura al Sant’Anna. La difesa: «Detenuti poco attendibili»

Modena, accuse di tortura al Sant’Anna. La difesa: «Detenuti poco attendibili»

Il gip si è riservato sull’opposizione all’archiviazione per i 120 agenti indagati

03 maggio 2024
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Il giudice si è riservato e la decisione arriverà nei prossimi mesi sull’opposizione all’archiviazione del caso che vede indagati 120 agenti della polizia penitenziaria accusati di tortura dopo la rivolta al carcere di Sant’Anna nel marzo del 2020.

Una rivolta in cui avevano perso la vita nove detenuti. Giovedì mattina in tribunale si è tenuta un’udienza in cui hanno discusso gli avvocati difensori degli indagati. La difesa ha messo sul piatto diverse questioni.

«Abbiamo evidenziato – così Cosimo Zaccaria, che assiste alcuni degli agenti indagati – che buona parte delle persone denuncianti, quindi ritenute persone offese, sono indagate nel procedimento gemello: sono persone sulla cui attendibilità si dubita notevolmente». Un altro punto su cui batte la difesa ha al centro le lesioni riportate da alcuni detenuti: «È emerso come potessero essere riconducibili ad aggressioni compiute da detenuti su detenuti». La difesa parla delle decine di deposizioni di detenuti che a loro volta si sarebbero sentiti minacciati gravemente da quelli che avevano organizzato la sommossa.

«Tra l’altro – prosegue Zaccaria – abbiamo appreso anche come tutto questo abbia causato oltre due milioni di euro di danni a tutto il carcere».

Occorrerà capire che forme di contenimento ci siano state. Secondo la difesa le indagini sono state svolte accuratamente: è emerso come i vari agenti della polizia penitenziaria indagati prima di essere interrogati o ascoltati come testimoni siano stati intercettati per verificare se stessero riferendo il vero. L’avvocato Luca Sebastiani di Bologna, che assiste diversi detenuti, commenta: «Il cospicuo numero delle parti processuali non deve condurre a generalizzazioni di massa ed a conclusioni sommarie sulle attendibilità di tutti o di nessuno.

Come in ogni processo, possono esserci soggetti più attendibili ed altri meno e sarà compito del giudice vagliare l'attendibilità di ognuno. Riteniamo che questa vicenda meriti che la verità sia accertata con il metodo che la storia giuridica internazionale ha acclarato come il più affidabile: un processo dove la prova si formi nel contraddittorio tra le parti. Sarebbe inaccettabile, che anche questa vicenda si chiuda con un’archiviazione nella fase delle indagini preliminari».