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Montebonello si mobilita

Pavullo, si barrica contro lo sfratto: i carabinieri lo salvano dal suicidio

Daniele Montanari
Pavullo, si barrica contro lo sfratto: i carabinieri lo salvano dal suicidio

«Se entrate, mi taglio la gola». Ma il negoziatore riesce a trovare un accordo

03 maggio 2024
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Pavullo. Una comunità che si mobilita e salva un uomo non solo dallo sfratto, ma anche dal suicidio. È questo ciò che è successo giovedì a Montebonello, dove paesani e carabinieri hanno fatto di tutto per evitare che la storia di Giorgio Longhi finisse in tragedia.

La storia

La vicenda è stata raccontata mercoledì dalla Gazzetta. Il 76enne ha assistito per 10 anni (5 a Bologna e 5 a Pavullo) notte e giorno Ennia Bonati, malata di Alzheimer scomparsa il 5 febbraio 2023 a pochi mesi dai 100 anni. Si erano conosciuti a Bologna, lui la considerava quasi una madre, tanto da averla assistita sempre gratuitamente. Anche nei periodi più difficili della malattia, in cui lui non riusciva a dormire più di 2 ore a notte. Lei per riconoscenza in un legato testamentario aveva stabilito che alla sua morte lui avrebbe potuto vivere fino alla fine dei suoi giorni nel suo appartamento di Bologna senza pagare affitto. Ma non è stato così, perché i famigliari di lei hanno affittato l’appartamento. E lui si è trovato anche senza la casa di Montebonello, perché gli eredi, anziché esprimergli gratitudine, hanno proceduto allo sfratto esecutivo. Ma lui, se cacciato, non avrebbe avuto altro posto in cui andare. Un caso che ha richiamato anche le telecamere di Pomeriggio 5, nella puntata di giovedì.

L’emergenza

Ci sono stati momenti di altissima tensione, quando alle 10 l’ufficiale giudiziario ha dato ordine al fabbro di entrare con la forza, alla presenza di un parente della signora, che in veste di proprietario non ha voluto sentire le ragioni della decina di paesani che si sono presentati lì nella speranza di farlo desistere, e di trovare un accordo per fare rimanere Giorgio in mezzo a una comunità che ha grande stima e affetto per lui, avendo visto con quanta dedizione ha assistito la signora. I loro appelli non sono contati nulla, la porta sarebbe stata presto aperta mentre Giorgio dalla finestra cercava di spiegare la sue ragioni. A un certo punto, ha tirato fuori un coltello da cucina e ha detto: «Io che per dieci anni le ho voluto bene come a una mamma, ora devo subire questo? Io mi taglio la gola se entrare, preferisco morire».

I carabinieri

A quel punto sono intervenuti i carabinieri, per una questione che da amministrativa era diventata di sicurezza: «Il bene della vita, vale di più della casa» hanno detto all’ufficiale giudiziario e al proprietario. I militari di Pavullo, che prima avevano solo vigilato sulla situazione, hanno avviato un dialogo con Giorgio, cercando per prima cosa di calmarlo e convincerlo che una soluzione si sarebbe trovata. Lui però non voleva saperne di aprire la porta. Allora sono stati fatti intervenire i colleghi di Modena, arrivati con un carabiniere negoziatore esperto, che in passato aveva già risolto situazioni simili. Il negoziatore a poco a poco ha creato un dialogo franco con Giorgio, riuscendo a conquistarsi la sua fiducia. Fino al punto che gli ha aperto la porta, per parlarsi a quattr’occhi. Ma non ne ha approfittato per entrare con la forza: ha mantenuto la parola data, e lo ha solo ascoltato. Dopo, assieme ai colleghi, è andato a parlare con il proprietario e l’ufficiale giudiziario, mentre Giorgio si tornava a barricare in casa. E alla fine, verso le 13, è riuscito nella non meno difficile impresa di convincerli a dare a Giorgio altri giorni di tempo: fino al 19 giugno, poi dovrà uscire. Ma in questo periodo i paesani, assieme ai carabinieri e i servizi sociali, cercheranno di trovargli una collocazione alternativa. Grato per l’epilogo il comitato di paesani che si è speso per Giorgio, guidato da Franco Ortonovi. E grato Giorgio: «Ringrazio di cuore i compaesani e i carabinieri, che sono stati stupendi: senza di loro non saremmo mai arrivati a questo risultato» ha detto con gli occhi lucidi. «Mi dispiace per il disturbo che ho dato, ma ero veramente disperato».