Finale, il rombo delle moto per l'addio a Giuseppe Carrino: «Ti ameremo fino sopra il cielo»
Il commosso ricordo del 18enne di Massa, morto due settimane dopo un incidente: magliette con la sua foto, striscioni, palloncini e corteo fino al cimitero guidato da zio e amici
FINALE «Hai lottato come un leone fino alla fine», scrivono su uno striscione gli amici di Giuseppe Carrino. La frase, in blu e nero su sfondo bianco, attende l’uscita della bara, appena fuori dalla chiesa di Massa Finalese.
Sono state tantissime le persone, per lo più ragazzi e ragazze, che sabato 4 maggio hanno partecipato ai funerali di “Giuse” e che lo hanno poi accompagnato fino al cimitero. Il giovane, che avrebbe compiuto 19 anni il 14 maggio, è morto in ospedale a Baggiovara il 23 aprile. Come dicono gli amici, per 18 giorni “Giuse” ha lottato come un leone nel reparto di Rianimazione, ma alla fine non ce l’ha fatta.
L'INCIDENTE DEL 5 APRILE
Era il 5 aprile quando, a bordo della sua moto 125 Derbi da enduro, si è schiantato contro una Fiat Grande Punto davanti al Conad. Per più di due settimane i medici hanno provato a salvargli la vita, ma non c’è stato niente da fare. «Finché c’è amore e memoria non c’è perdita», dice un altro striscione.
Giuseppe aveva una famiglia molto numerosa e ieri mattina c’erano tutti per dargli l’ultimo saluto: papà Vincenzo, mamma Angela, i fratelli Giacomo, Mariarca, Domenico e Cristina Pia, la nonna, gli zii e tutti gli altri parenti.
Come gli amici, anche i familiari indossavano una maglietta bianca con al centro una foto stampata di “Giuse”, sorridente. «Il destino – le parole scelte dalla famiglia – ti ha privato troppo presto dell’amore dei tuoi cari, ma non ti toglierà mai dai nostri cuori. Ti ameremo dalla terra fino a sopra il cielo, anche oltre le nuvole, promettendo di tenere in vita il tuo dolce ricordo. Al nostro spiraglio di luce, con eterno amore, la tua famiglia».
IL CORTEO FINO AL CIMITERO
Al termine della cerimonia, breve e semplice, sono state decine le persone che hanno voluto lasciare una scritta sulla bara bianca. Un ricordo, un “ti voglio bene”, o anche solo una firma con un pennarello blu, che è passato di mano in mano tra la commozione dei presenti. Poi, la folla ha accompagnato la salma fino al cimitero del paese, distante poche centinaia di metri dalla chiesa. Ad aprire il lungo corteo c’era lo zio di Giuseppe, in sella alla sua moto. Dietro al carro funebre, una decina di amici con scooter e moto da cross.
Prima di partire verso il cimitero, i motociclisti hanno sgasato per qualche secondo ed è partito un applauso carico di emozione. Giuseppe, come hanno raccontato le persone a lui più vicine, amava la sua moto e aveva aspettato tanto prima di comprarla. Poi era riuscito a realizzare il suo sogno, distrutto poco dopo dalla tragedia dell’incidente. Arrivati al cimitero, gli amici hanno fatto volare in cielo palloncini bianchi e azzurri.
Poi un applauso, interrotto solo dai rumori delle moto e dalle lacrime di chi ha dovuto dire addio al suo «spiraglio di luce».