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Carpi, in aumento i casi di tumore al seno. Ma il Ramazzini è un’eccellenza

Carpi, in aumento i casi di tumore al seno. Ma il Ramazzini è un’eccellenza<br type="_moz" />

Nei primi tre mesi di quest’anno 80 pazienti: nel 2023 erano 200

09 maggio 2024
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CARPI. Solo nei primi tre mesi del 2024 sono già state prese in carico 81 nuove pazienti a tutti gli stadi. In tutto il 2023 erano state 200. A questi dati dell’anno scorso, poi, vanno aggiunti i 175 interventi e 4.320 visite di controllo e di presa in carico effettuati, ma anche le valutazioni individuali del rischio per 67 donne, di cui 20 sono state avviate alla consulenza genetica di secondo livello. Parliamo della Breast Unit e quindi di tumori al seno.

LA BREAST UNIT DEL RAMAZZINI
Sono i numeri della Breast Unit dell’Ausl di Modena, che ha sede all’ospedale Ramazzini di Carpi: si tratta di modello che assicura l’integrazione fra i vari specialisti dedicati alla senologia e la discussione multidisciplinare di ogni caso anche per evitare il sovratrattamento delle pazienti. Proprio la Breast Unit ha ricevuto, per il sesto anno di fila, la certificazione della Società scientifica “Eusoma”, attestato di qualità europea che premia l’équipe multidisciplinare carpigiana diretta dalla dottoressa Katia Cagossi e inserita all’interno della Struttura complessa di Oncologia di Prossimità di cui è direttrice facente funzione la dottoressa Claudia Mucciarini.
Tra gli aspetti particolarmente apprezzati ci sono l’integrazione tra i professionisti coinvolti, il fondamentale supporto del personale infermieristico, la presa in carico totale di ogni paziente, l’attenzione particolare alla qualità di vita e il tasso di sopravvivenza a 5 anni del 93,5%.
I certificatori europei hanno verificato che tutti gli indicatori di performance in patologia senologica fossero rispettati presso il Centro Senologico, confermandone così l’esito positivo. Non è stata identificata alcuna non conformità maggiore e i pochi rilievi minori che sono stati evidenziati sono già stati affrontati dai professionisti dedicati alla patologia mammaria.

LA DOTTORESSA CAGOSSI
«C’è tanta soddisfazione per questo riconoscimento europeo – afferma la dottoressa Cagossi – Da quest’anno è stata posta maggiore attenzione alle pazienti con tumore metastatico: i valutatori hanno espresso apprezzamento per il nuovo progetto del “Percorso benessere”, dedicato alle donne in follow up sia con diagnosi precoce che metastatiche. Il tumore della mammella e i suoi trattamenti possono causare pesanti effetti collaterali come stanchezza, affaticamento, nausea, dolore e dispnea, che possono ridurre la qualità di vita correlata alla salute delle pazienti. Ottimizzare la qualità della vita è ovviamente importante per tutti, ma soprattutto per i pazienti affetti da malattia metastatica e sottoposti a trattamenti continui. Migliorando la qualità della vita attraverso un’idonea gestione dei sintomi, possiamo aiutare i pazienti oncologici a godersi meglio la loro vita personale, sociale e se possibile anche lavorativa. Aspetti, questi, descritti molto bene dallo studio “Preferable effect”, in cui 357 pazienti con carcinoma mammario metastatico hanno partecipato a un programma di esercizio fisico strutturato di nove mesi, riportando una riduzione della stanchezza e un incremento della qualità di vita».

Da questa consapevolezza è nato il “Percorso benessere” della Breast Unit: «Si tratta – continua – un programma di lavoro, personalizzato in base alle condizioni di salute di ciascuna persona, redatto da un medico esperto nella riattivazione motoria, in collaborazione con le chinesiologhe specialiste in attività motoria preventiva e adattata. Inoltre, grazie alla disponibilità di un medico volontario Amo, nel percorso è prevista l’attività di ascolto e consulenza personalizzata per promuovere un adeguato stile di vita verso l’abolizione di condotte a rischio e prevenire malattie croniche come diabete, ipertensione e obesità, che, sempre più frequenti nella nostra popolazione, riducono l’aspettativa di vita e contribuiscono ad aumentare il rischio di ripresa della malattia oncologica. Il percorso è aperto alle pazienti oncologiche in tutti gli stadi».

«Le donne che ricevono una diagnosi di tumore mammario metastatico iniziano a convivere con una malattia cronica, curabile ma generalmente non guaribile – aggiunge Cagossi – Il cardine del trattamento del tumore mammario metastatico è fondato sulla terapia farmacologica sistemica, che ha l’intento di agire attivamente su tutte le sedi macroscopiche e microscopiche di malattia. Nell’ottica di avviare un percorso di convivenza con una malattia cronica come il tumore mammario metastatico, è fondamentale valorizzare il punto di vista della paziente per disegnare in maniera sartoriale l’iter di cura: in altre parole, ogni paziente esprime un bisogno di cura globale e duraturo, su cui si deve fondare il processo di presa in carico. Per comprendere il punto di vista delle pazienti occorre incentrare il rapporto medico-paziente su alti livelli di comunicazione e di fiducia e considerare i loro bisogni da un punto di vista multidimensionale. Importante, inoltre, la collaborazione con l’Università di Modena per uno studio sulla comunicazione della diagnosi ai pazienti con tumore mammario». l