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Il processo

Modena. Omicidio Neri, in tribunale il collega di Alice: «Se avessi aspettato un minuto, lei sarebbe ancora viva»

Daniele Montanari
Modena. Omicidio Neri, in tribunale il collega di Alice: «Se avessi aspettato un minuto, lei sarebbe ancora viva»<br type="_moz" />

In aula ha ricostruito le ultime ore della 32enne: «Nel parcheggio ci ha avvicinato un magrebino, ma non so se è Gaaloul»

09 maggio 2024
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MODENA. Ieri, 8 maggio, sarebbe stato il giorno del 34° compleanno di Alice Neri, la ragazza di Ravarino trovata carbonizzata a Fossa di Concordia il 18 novembre 2022. Per un incrocio del destino, proprio ieri è iniziata l’istruttoria, con le prime testimonianze, il processo che vede imputato per omicidio e distruzione di cadavere il 30enne tunisino Mohamed Gaaloul. E così, davanti alla Corte d’assise presieduta da Ester Russo, si è avuta possibilità di ricostruire larga parte delle ultime ore di Alice attraverso la testimonianza di Marco Cuccui, il 45enne sardo con cui Alice trascorse la lunga serata allo Smart Cafè di Concordia. L’ultima persona, secondo l’accusa, ad averla vista viva, prima del suo assassino.

GLI APERITIVI INSIEME
Cuccui, collega di lavoro alla Wam, ha raccontato come fosse uscito con Alice una prima volta il 10 novembre, sempre allo Smart Cafè, un posto che lei con conosceva e di cui lui le mandò la geolocalizzazione. Quella volta restarono dalle 17 alle 24: «Lei parlò molto – ha raccontato – mi chiese un sacco di informazioni sul mio reparto e mi parlò del suo, la verniciatura. Parlammo solo di lavoro, io le dissi chiaramente che non volevo provarci con lei».
Il secondo aperitivo la sera del 17 novembre, stesso posto. «Arrivai alle 20.15 al bar, lei era già lì seduta in un tavolino fuori – ha ripercorso – era vestita con felpa rosa, fuseaux neri, giacca con pelliccia nera e borsetta. Aveva davanti uno spritz, ma non l’aveva toccato. In quella serata alla fine abbiamo preso tre spritz a testa. Lei ha mangiato solo alcune patatine, anch’io ho mangiato pochissimo. Siamo stati lì sette ore a parlare, ma solo di lavoro. Non ci sono stati tentativi di approccio da parte di lei o di me finché siamo rimasti seduti al tavolino, nessuna proposta di proseguire la serata in intimità tra noi». «Credo sia necessario sottolineare questo punto – ha evidenziato il pm Giuseppe Amara, che ricopre l’accusa assieme alla collega Claudia Natalini – in memoria alla persona offesa che oggi avrebbe compiuto 34 anni».

NEL PARCHEGGIO
«La serata si è conclusa per iniziativa mia – ha ripreso Cuccui – ho guardato l’orologio ed erano le 2.30: non immaginavo fosse così tardi. Le ho detto che dovevamo andare, anche perché lei doveva iniziare a lavorare alle 8. Siamo andati alle rispettive macchine e ci siamo salutati senza baci e abbracci: ci siamo solo stretti la mano sinistra, niente di particolare. Poi lei è andata verso la sua auto e io verso la mia. Quando ho aperto lo sportello ho visto Alice dietro di me. Mi ha detto: “Sei un bravo ragazzo”, tentando un mezzo approccio. Poi ci siamo baciati di fronte alla mia macchina. È stato un bacio durato molto. Poi mi ha detto: “Mi sei sempre piaciuto, scusa se ti ho dato poca importanza”. Poi è andata alla macchina e ha messo in moto. Io le ho detto: “Mi mandi un messaggio quando arrivi a casa?”. “Io te lo mando il messaggio, ma te non rispondere” mi ha detto lei».
Poi l’incontro, sempre nel parcheggio, con una terza persona. «Ho avuto una piccola discussione con un nordafricano che mentre partivo si era messo davanti alla mia macchina chiedendomi una sigaretta. Io gli ho detto che non ne avevo. Lui mi ha risposto: “Ma io te ti ho già visto, io abito a Vallalta!”. Io ho abitato a Fossa tanti anni fa, ma lui non me lo ricordavo. Alice si è incrociata con quel ragazzo nel parcheggio». Per l’accusa, si tratterebbe di Gaaloul, ma alla richiesta di riconoscimento Cuccui ha detto: «Non ne ho certezza».
Poi l’ultimo sguardo all’auto di Alice: «Ho aspettato due minuti prima di partire, ho visto che lei aveva il motore accesso e il freno schiacciato. Pensavo sarebbe partita a quel punto, l’altra volta aveva fatto così. Se avessi aspettato un minuto... (Alice sarebbe ancora viva, ndr). Ci ho pensato tante volte a come sarebbe andata. Alle 4 ho ricevuto un messaggio da Alice che mi diceva “Ciao marocchino”. Poi però quando mi sono risvegliato al mattino era stato cancellato».