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Criminalità

Modena, rete di prostitute al posto del Caf: sgominata la banda degli sfruttatori

Modena, rete di prostitute al posto del Caf: sgominata la banda degli sfruttatori

Misure cautelari per sette. Indagine partita dal blitz del 2022 in viale Verdi

10 maggio 2024
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Modena Al posto del Centro di assistenza fiscale (Caf), una casa di prostituzione sul cui traffico “vigilava” una banda di sette persone, ora tutte individuate dalla polizia. Succede in viale Verdi, dove a seguito di una complessa attività, la polizia di Stato ha chiuso l’indagine iniziata nell’ottobre 2022 apponendo i sigilli al locale.

Giovedì gli agenti, a chiusura dell’attività, hanno dato esecuzione all’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che ha disposto l’obbligo di firma nei confronti di sette persone: due italiani e cinque rumeni, accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile, sotto la direzione della Procura, iniziò nel 2022 a seguito di segnalazioni da parte di residenti, che avevano capito come all’interno dei locali si svolgesse tutt’altro che l’attività di assistenza fiscale. Anche se all’esterno veniva ampiamente pubblicizzata questa, dentro si tenevano abitualmente incontri a luci rosse. Che poi, in un secondo momento, sono stati trasferiti in un negozio vicino, dove non a caso era presente il cartello “Si riceve solo su appuntamento”. Per uno dei locali la Mobile nell’ottobre 2022 procedette al sequestro preventivo.

Questa la dinamica emersa dalle indagini: le ragazze venivano contattate dai clienti tramite annunci inseriti su siti di incontri, e gli appuntamenti venivano fissati presso il finto Caf o il negozio. I due italiani si occupavano del reperimento degli immobili attraverso una fittizia intestazione dei contratti di locazione e la gestione degli adempimenti burocratici, per poi darli in affitto alle ragazze, a cui chiedevano cifre di gran lunga superiori a quelle di mercato: 300-400 euro a settimana.

I cinque rumeni invece, oltre tenere i rapporti con i due italiani e a monitorare gli spostamenti delle ragazze per evitare di attirare l’attenzione del vicinato, incassavano parte delle somme derivanti dall’attività di prostituzione. Nel corso delle perquisizioni domiciliari, a casa di uno degli italiani sono stati rinvenuti 40mila euro in contanti. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di quattro indagati. Per gli altri tre sono in corso ricerche sia in Italia che all’estero.