Gazzetta di Modena

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L'iniziativa

Modena, in centinaia sfilano in centro. «Stop alla guerra in Palestina»

di Maria Vittoria Scaglioni
Modena, in centinaia sfilano in centro. «Stop alla guerra in Palestina»

Manifestazione partecipata per chiedere la fine del conflitto con Israele

11 maggio 2024
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“From the river to the sea Palestine will be free” è il grido che si leva dal corteo di protesta contro gli attacchi diretti su Rafah, iniziati negli ultimi giorni con un assedio militare via terra. La manifestazione è partita da piazzale Primo Maggio, per poi snodarsi su viale Monte Kosica e proseguire per le vie del centro. «La nostra è una lotta contro il colonialismo, di ogni luogo». Grida Mariam, dell’associazione Giovani Palestinesi d’Italia, in testa al gruppo. Fin da subito è chiaro che non si tratterà di un semplice ritrovo di solidarietà, ma di un corteo di lotta. «Noi siamo in lutto per i nostri fratelli e sorelle. Questa non può essere una passeggiata per la città, ma una marcia funebre». Mariam è stanca e arrabbiata. L’atmosfera generale però è pacifica, con membri di comunità diverse uniti dalla convinzione di poter cambiare le cose, ragazzi e ragazze palestinesi e modenesi che camminano uno accanto all’altro reggendo la bandiera simbolo di Gaza. Alla fine arriveranno ad essere quasi in duecento.

Il racconto
«Chiediamo il cessate il fuoco senza se e senza ma. Continuiamo a guardare questo orrendo spettacolo e anzi lo sosteniamo economicamente, raccontandoci che Israele non ha le mani sporche di sangue».

Dice Francesca Berni, che partecipa alla manifestazione: «Il 7 ottobre era solo il culmine di una storia che va avanti dal ’46, non giustifica assolutamente niente di ciò che sta accadendo». Il corteo procede e man mano si aggiungono partecipanti, gli slogan in italiano che si mescolano a quelli in arabo palestinese. Sono i giovani a guidarlo, gli stessi studenti che da mesi protestano e che raccolgono dietro di loro le generazioni precedenti, informando e includendo anche chi solitamente non ha accesso a temi politici: è un risveglio delle coscienze. «Gli studenti si rifiutano di apprendere un sapere schiavo delle armi e dell’imperialismo. I libri non servono a niente se non ci liberiamo». Riprende Mariam, che critica la copertura mediatica e il disinteresse da parte di alcuni gruppi di attivisti. «Le femministe parleranno delle donne palestinesi abbandonate agli stupri di guerra e alla morte? Sembra che per gli occidentali sia difficile identificarsi con una donna palestinese, figuriamoci con un uomo». Un punto di congiunzione tra giovani palestinesi e modenesi è la Resistenza: «I popoli in rivolta scrivono la storia» è uno degli slogan che pervadono le vie del centro città. La manifestazione è una tra le tante mobilitazioni che stanno avvenendo insieme in tutta Italia, sollecitate dall’ulteriore massacro di civili causato dagli attacchi su Rafah: «È un’altra tra le infinite gocce del fiume in piena che sta travolgendo la Palestina. Ora inizia l’attacco via terra, ma i bombardamenti ci sono già stati in precedenza».