Gazzetta di Modena

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Il processo

Castelnuovo, botte alla moglie e abusi sessuali sui figli: «Condannatelo a 8 anni»

di Daniele Montanari
Castelnuovo, botte alla moglie e abusi sessuali sui figli: «Condannatelo a 8 anni»<br type="_moz" />

La richiesta del pm nei confronti del 49enne marocchino, che avrebbe fatto vivere un inferno domestico alla sua famiglia

18 maggio 2024
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CASTELNUOVO. Otto anni di carcere per il padre-padrone. È la pesantissima richiesta di condanna avanzata ieri dal pm Lucia De Santis nei confronti di un 49enne marocchino su cui pendono accuse sconcertanti: violenza sessuale sulla moglie, atti sessuali con i loro due bimbi e maltrattamenti sia verso di lei che i figli.

Siamo a Castelnuovo, dove l’uomo, operaio, dopo l’ennesima aggressione alla moglie è stato arrestato il 2 agosto 2023. Si trova tuttora ai domiciliari. Ha conosciuto la donna, anche lei 49enne marocchina, in Italia nel 2011, e nel 2012 si sono sposati. I maltrattamenti, secondo quanto denunciato da lei, sono iniziati nel 2015, andando avanti per otto anni prima che trovasse la forza di denunciare. L’avrebbe costretta a subire rapporti sessuali anche davanti ai bambini, oggi di 8 e 12 anni, l’avrebbe maltrattata continuamente sia a parole che colpendola nel viso. Tanto che un giorno uno dei bimbi, sconvolto, è corso dai vicini gridando: «Aiuto, aiuto! Papà sta picchiando la mamma!». Una volta la madre l’avrebbe sorpreso nudo nella doccia assieme ai bambini, mentre li toccava nelle parti intime. Poi si parla di comportamenti e atti volgari, come quando urinò in cucina e in soggiorno sotto gli occhi dei bambini.

La donna ha sopportato tutto per molti anni, anche a causa di una certa emarginazione sociale: il marito non le ha fatto studiare la lingua, e tuttora lei ha grandi difficoltà a farsi capire. Confinata in casa senza un lavoro, temeva di non avere in affidamento i figli in caso di separazione.

«Una storia di continue vessazioni e prevaricazioni – ha sottolineato il pm De Santis ieri nella discussione – subite con protratta soggezione. L’imputato con i suoi comportamenti e le sue dichiarazioni, anche odierne (il 49enne è stato sentito ieri infatti, ndr), ha denotato un’assoluta mancanza di considerazione della dignità morale della persona. E non mostra tuttora alcuna resipiscenza, non ha nessuna consapevolezza della portata criminale della propria condotta. La moglie doveva sottostare ai suoi voleri, e lo faceva perché temeva che gli portasse via i figli». Questo non è avvenuto grazie a una sentenza di separazione che è stata molto favorevole alla donna grazie proprio alle circostanze emerse con la sua denuncia. I figli sono rimasti con lei e il marito deve pagarle mensilmente il mantenimento.

La 49enne si è costituita parte civile: il suo avvocato ieri si è associato alle richieste dell’accusa: «Tutto è avvenuto in un contesto famigliare di notevole chiusura al mondo esterno – ha sottolineato – la moglie non poteva correre il rischio che i suoi due bambini finissero sotto il dominio di un padre che faceva quelle cose. Per questo ha resistito tanto».

Nella sua difesa, l’avvocato Paolo Petrella ha chiesto che l’uomo venga dichiarato non colpevole «perché manca qualsiasi riscontro dei fatti al di là del racconto della persona offesa. E nessun famigliare si è mai accorto delle violenze che la signora avrebbe patito per così tanti anni». l