Gazzetta di Modena

Modena

La paura

Maltempo nel Modenese, gli operai di Brescia in un inferno di acqua e fango: «Investiti dal torrente esondato»

di Manuel Marinelli
Maltempo nel Modenese, gli operai di Brescia in un inferno di acqua e fango: «Investiti dal torrente esondato»

Il racconto di tre operai: «Eravamo nel furgone, quante auto nel fosso»

21 maggio 2024
2 MINUTI DI LETTURA





SAVIGNANO. Erano partiti da Brescia, sede della loro azienda, per una delle tante trasferte di lavoro. Poi si sono ritrovati in un inferno di acqua e fango, rischiando di rimanere isolati per tutta la notte.

I protagonisti sono Andrea, Daniele e Dario della Tdm, impresa attiva nel settore delle mungitrici, che proprio ieri si trovavano sulle colline al confine tra Savignano e Valsamoggia nel bel mezzo del nubifragio. «Siamo partiti alle 6 di mattina da Brescia – raccontano – e ci siamo diretti subito presso i nostri clienti dell’azienda agricola. Tutto procedeva regolarmente e terminato il lavoro siamo partiti per tornare all’hotel Gallo d’oro di Savignano, dove avremo trascorso la notte».

Il racconto

I trasfertisti si sono trovati faccia a faccia con l’esondazione di un torrente, che ha ben presto assunto le sembianze di un fiume in piena. «Il corso d’acqua si è portato con sé tutto quello che ha trovato – proseguono i protagonisti – sbarrandoci la strada. Ce la siamo davvero vista brutta, l’acqua aveva una forza impressionante e ben presto ci ha circondato. Così siamo scesi, abbiamo spalato via le macerie e ci siamo aperti una via di fuga. Ma uno dei due furgoni su cui viaggiavamo è rimasto bloccato là. Una scena da film praticamente. Scendendo per la strada abbiamo visto più di una macchina trascinata nel fosso dalla corrente e abbiamo capito quanto ci fosse andata bene». In comune a Savignano i dipendenti sono scesi "in trincea" per rispondere alle tantissime telefonate di aiuto che hanno fatto impazzire il centralino. «Sarei dovuta uscire da lavoro alle 18 – racconta Monia Bertarini – ma la Protezione civile e il sindaco mi hanno detto che era troppo pericoloso. Così insieme ad alcune colleghe ci siamo messe al centralino, rispondendo alle tante richieste di aiuto, deviando quelle più urgenti ai vigili del fuco e alla Protezione civile. Siamo rimasti fin quasi alle 23, poi gli assessori ci hanno dato il cambio. Tornando a casa ho visto almeno due auto ribaltate nel fosso, solo lì ho compreso davvero la gravità della situazione. Per fortuna sono tornata a casa senza complicazioni ulteriori».