Gazzetta di Modena

Modena

L'emergenza maltempo

Fango, danni e tanta paura. È l’Emilia, sembra la Romagna

di Gabriele Canovi
Fango, danni e tanta paura. È l’Emilia, sembra la Romagna

A un anno dall’alluvione, tra Modena e Bologna si rivive la stessa situazione. Fino a un metro d’acqua nelle case. «Proviamo a salvare il salvabile»

21 maggio 2024
4 MINUTI DI LETTURA





Ancora un’emergenza, un anno dopo. Romagna, esattamente dodici mesi fa: il 19 maggio perdeva la vita Giordano Feletti, 79 anni di Faenza. Era la quattordicesima vittima e dopo di lui ce ne sarebbe stata anche un’altra, facendo salire il conto a quindici.

Quindici vite spezzate dall’alluvione che aveva colpito la nostra regione, da Imola a Cesena, passando per Castelbolognese e Faenza.

Oggi, a 365 giorni da quella tragica settimana, è l’Emilia a risvegliarsi nelle stesse condizioni: strade diventate fiumi, scantinati allagati, torrenti esondati, fango nelle abitazioni e quell’improvvisa necessità di rimboccarsi le maniche, tipica degli emiliano-romagnoli. Per questo, nella tarda serata di ieri, l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile ha avviato la ricognizione dei danni per la dichiarazione dello stato di emergenza regionale.

Non siamo qui a fare la conta dei dispersi perché quello che ci ritroviamo a raccontare non è un’alluvione, bensì il nubifragio, relativamente breve ma di un’intensità inaudita, che lunedì si è abbattuto nel cuore dell’Emilia, toccando le province di Modena, Bologna e in parte anche Parma e Piacenza. Siamo, invece, a raccontare dei pesanti danni subiti da aziende e abitazioni e dei ricordi di una vita – quadri, cartoline e libri – cancellati dal fango. Ma siamo anche a raccontare i mobili accatastati davanti ai giardini delle case, insieme a televisori, scatoloni, armadi elettrodomestici e valigie.


A Savignano e Vignola

Formica, frazione di Savignano sul Panaro in provincia di Modena, per esempio, si è risvegliata nel fango. È l’epicentro modenese del nubifragio, è qui dove lunedì sera sono caduti oltre 150 millimetri di pioggia, è qui dove è esondato il torrente Rio d’Orzo, è qui che il sindaco Enrico Tagliavini ha lanciato un disperato appello sui suoi canali social invitando i residenti a mettersi al sicuro nei piani alti delle case. Ieri mattina, siamo andati lì, a Savignano, nelle frazioni di Mulino e Formica.

L’acqua è entrata nelle case, distruggendo i ricordi e perfino gli elettrodomestici: in nessuna abitazione c’è più la corrente e la gente si è riversata in strada. Stivali di gomma ai piedi e guanti sulle mani, poi gli immancabili badili e le scope. «Proviamo a salvare il salvabile», dicono i residenti tra le vie Mincio e Tavoni. Qui le porte delle case sono aperte: ci fanno entrare all’interno e per un attimo sembra di essere tornati a quel 19 maggio 2023; sembra di essere tornati in Romagna. Molti dei residenti hanno negli occhi le immagini di quei giorni drammatici.

Ci sono i nipoti che danno una mano ai nonni, poi ci sono i segni che l’acqua ha lasciato su muri e pareti – oltre un metro in certi punti – e ci sono anche i vigili del fuoco con le pompe idrovore per togliere quella che è diventata melma dai garage, dalle cantine e dai piani terra delle case. Non c’è, invece, la corrente, ma c’è, eccome, quel senso di responsabilità e quella voglia di aiutare il vicino di casa: è palpabile. D’altronde, gli emiliano romagnoli sono così. A Vignola (siamo sempre nel Modenese) la situazione è rientrata più velocemente: vediamo scantinati allagati, è vero, ma del fango, fortunatamente, non c’è traccia e anche le strade sono tutte perfettamente percorribili.


Da Bologna a Piacenza

Ci spostiamo di qualche chilometro ed entriamo nel territorio bolognese. Tra le zone più colpite c’è il comune di Valsamoggia: ieri è stato riallacciato l’acquedotto che aveva causato l’interruzione nella fornitura a Castello di Serravalle e sono state anche risolte le criticità a Bazzano. Il torrente Samoggia, pur avendo superato soglia “tre”, non ha avuto bisogno di invasare le casse di Budrie.

Il nubifragio (e di conseguenza i danni) ha toccato, come detto, anche il Parmense, dove è esondato il torrente Scodogna a Talignano, una frazione del comune di Sala Baganza. L’acqua ha invaso alcune abitazioni, mentre nei cortili si è creato un mare di fango. A Fornovo, sempre in provincia di Parma, ci sono una ventina di persone evacuate per temporanea impossibilità a raggiungere le proprie abitazioni. Allagamenti di alcuni interrati anche nei comuni di Fornovo e Salsomaggiore Terme.

Già rientrati i torrenti Riccò, Scodogna e Rio San Michele. Infine, in provincia di Piacenza, dove nelle prime ore di ieri l’Arda ha superato il picco di piena in soglia “tre” (pur senza determinare particolari criticità), si sono registrati allagamenti per difficoltà di smaltimento di scoli e fognature in alcuni interrati nei comuni di Cadeo, Podenzano, Cortemaggiore Caorso e Piacenza.