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Tribunale

Offese ad Andrea Scanzi sui social 70enne modenese denunciata

Offese ad Andrea Scanzi sui social 70enne modenese denunciata

Dopo la bufera sulla fila per il vaccino che aveva coinvolto il giornalista

23 maggio 2024
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MODENA. Una donna modenese di 70 anni è finita in tribunale perché Andrea Scanzi l’ha accusata di averlo diffamato sui social. Il pm ha chiesto l’archiviazione per la “particolare tenuità del fatto”, il gip si è riservato.

La vicenda
La vicenda parte da lontano. Durante il periodo della pandemia, Scanzi aveva raccontato sui social di avere ricevuto il vaccino contro il Covid.
Questo, nonostante non rientrasse ancora nelle categorie a cui, nelle prime fasi, era stata data una priorità. Lo aveva fatto “da riservista”, ma sui social si era scatenata contro di lui un’ondata di odio. Da una parte, per la vicenda del vaccino era stato aperto un fascicolo (senza indagati né ipotesi di reato), che alla fine il gip di Arezzo aveva deciso di archiviare.
Dall’altra, però, tantissimi commenti da tutta Italia erano arrivati da utenti del web, che si erano scagliati contro il giornalista accusandolo di avere saltato la fila e, insomma, di avere utilizzato la propria immagine pubblica per ottenere un vantaggio in un periodo di enorme difficoltà data dall’emergenza sanitaria.
 

Il commento incriminato
E tra quei numerosi commenti – in tanti casi carichi di odio, offese e in generale indignazione – ce n’era anche uno della 70enne modenese.
In particolare la donna – assistita dagli avvocati Giuseppe Rizzo e Giuliana Salinitro – nell’aprile 2021 aveva commentato un post pubblicato da Scanzi sulla propria pagina Facebook.
La donna aveva mostrato la propria indignazione in maniera particolarmente scomposta, con alcune offese e intimando a Scanzi di «vergognarsi». Ebbene, ad un certo punto il noto giornalista ha deciso di portare in tribunale chi aveva preso parte a quell’ondata di odio social.
E, tra queste persone, anche la 70enne modenese. Il pm ha chiesto l’archiviazione, il gip si è riservato.

La difesa sostiene la particolare tenuità del fatto, anche data dal momento difficile e di esasperazione che la donna stava vivendo, come mole altre persone, a causa della pandemia.

S.P.

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