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Il caso

San Prospero, niente voto: commissariamento

di Chiara Marchetti
San Prospero, niente voto: commissariamento

Il “pasticcio elettorale” diventa realtà: il Consiglio di Stato ribalta la decisione del Tar

22 maggio 2024
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SAN PROSPERO. L’8 e 9 giugno, il comune di San Prospero non andrà a votare e sarà commissariato. La notizia shock è arrivata nel pomeriggio di ieri, dopo una mattinata passata con il fiato sospeso. La sentenza del Consiglio di Stato ha quindi accolto l’appello dell’Avvocatura di Stato, ribaltando la sentenza del Tar di venerdì scorso, che di fatto aveva “perdonato” ai due candidati sindaci l'errore formale nella presentazione delle liste.

BORGHI PRENDE ATTO

L’incarico di Sauro Borghi, attuale sindaco e candidato della lista civica “San Prospero 2030”, terminerà quindi domenica 9 giugno e, presumibilmente, da lunedì 10 in Comune ci sarà un commissario che si occuperà di mandare avanti la macchina amministrativa. «Prendo atto della sentenza – dice l’ormai ex candidato di centrosinistra, che saputa la notizia ha chiesto sostegno ai sindaci della Bassa – anche se è l’ultima cosa che avrei voluto ricevere. In questo momento voglio raccogliere le idee e mettere a fuoco i miei pensieri. Nei prossimi giorni organizzerò un incontro con la cittadinanza perché voglio spiegare bene la situazione e i motivi per i quali a giugno non andremo a votare».

FONTANA NON COMMENTA

Al momento, il candidato di centrodestra e attuale vicesindaco di San Felice, Bruno Fontana, preferisce andarci con i piedi di piombo e non commentare la sentenza. Anche la sua lista civica “San Prospero per il cambiamento” è quindi in stand-by, in attesa di sapere per quanto tempo durerà il commissariamento e quando i san prosperesi avranno la possibilità di andare a votare per il proprio sindaco. L’8 e 9 giugno, i seggi saranno comunque aperti per le Europee.

I TIMBRI MANCANTI

Per capire meglio la vicenda, bisogna tornare all’inizio. Lo scorso fine settimana, la commissione elettorale ha contestato a entrambi i candidati un grave vizio di forma nella presentazione delle liste, dal momento che i moduli utilizzati non erano aggiornati e nei documenti presentati mancava il timbro che rende valide tutte le parti. Borghi e Fontana hanno fatto immediato ricorso al Tar, che si è espresso venerdì scorso riammettendo le due liste. Poi, lunedì sera un altro fulmine a ciel sereno. L’Avvocatura di Stato ha infatti deciso di appellarsi al Consiglio di Stato, che ieri pomeriggio ha emesso la sentenza. «Per qualche mese – continua Borghi – l’attività amministrativa sarà ingessata. Utilizzeremo questo periodo per ricaricare le pile e per il programma. Appena ci sarà data la possibilità di ricandidarci, ci presenteremo di nuovo, con le idee chiare e più determinati che mai».

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