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Ferrari vince la contesa legale con Ares: «Ha violato marchio e diritto d’autore»

Ferrari vince la contesa legale con Ares: «Ha violato marchio e diritto d’autore»

L’azienda di Modena dovrà anche pagare una penale di cinquantamila euro al Cavallino Rampante

23 maggio 2024
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MODENA. È l’auto che tutti gli appassionati vorrebbero avere (39 esemplari, usciti dalla Carrozzeria Scaglietti dal 1962 al 1964) e anche la più costosa Ferrari mai battuta all’asta (oltre 48 milioni di euro nel 2023): la 250 GTO è un’icona dell’automobilismo sportivo e ovviamente una pietra miliare nella storia del Cavallino. Ed è anche la protagonista di una lunga disfida giudiziaria in più tappe, l’ultima delle quali ha visto la vittoria per la casa di Maranello contro Ares Design Modena, azienda fondata qualche anno fa per dare vita a repliche di prestigiosi modelli del passato e personalizzazioni di modelli di serie.

Il Tribunale ordinario di Bologna ha infatti accolto le richieste di Ferrari spa nella causa civile contro Ares per concorrenza sleale, per violazione del marchio Ue e del diritto d’autore.

La contesa tra le due aziende inizia nel 2018, quando il periodico statunitense Robb Report annuncia che Ares Design ha in mente un progetto di reinterpretazione della Ferrari 250 GTO del 1962, auto da costruire su commissione in una piccola serie di dieci esemplari basati sulla Ferrari 812 Superfast e dal prezzo di un milione di euro.
Alla Ferrari quest’idea non piace, tanto che decide di adire le vie legali, perdendo però il primo round al Tribunale di Bologna visto che la vettura di Ares Design secondo i giudici presentava differenze estetiche significative su elementi non di dettaglio, «tali da costituire una mera reinterpretazione del modello Ferrari 250 GTO e consentire al consumatore di riconoscere agevolmente che si trattasse di due vetture differenti, realizzate in epoche diverse e da produttori diversi».

Maranello non ci sta e presenta reclamo contro questo provvedimento: qualche mese dopo arriva così una sentenza sempre del Tribunale di Bologna che segna una svolta nella vicenda: i giudici felsinei definiscono infatti la 250 GTO un’opera d’arte, e riconoscono per la prima volta ad un'auto la tutela del diritto d’autore. «La personalizzazione delle linee e degli elementi estetici – scrivono i giudici di Bologna nella sentenza d’appello – hanno fatto della Ferrari 250 GTO un unicum nel suo genere, una vera e propria icona automobilistica. Il suo valore artistico ha trovato oggettivo e generalizzato riconoscimento in numerosi premi e attestazioni ufficiali».

La pronuncia in questione era indubbiamente dotata di un forte impatto innovativo, costituendo il primo (e unico) riconoscimento del valore di opera dell’ingegno ad un’automobile. Ares Design Modena al contempo però segna un punto: se un marchio non viene più utilizzato nell’Unione europea ininterrottamente per cinque anni, lo si perde. L’Ufficio di protezione intellettuale dell’Ue (Euipo) definisce infatti che l’uso effettivo non è l’uso simbolico. E visto che Ferrari non utilizza più il nome GTO per le sue auto nuove dà questa volta ragione più o meno nello stesso periodo, siamo nel 2020, all’azienda fondata da Dany Bahar e Waleed Al Ghafari. L’Euipo decide di mantenere la registrazione del marchio solo per i veicoli giocattolo e per i modellini in scala della GTO.

Maranello anche in questo caso si affida ad un ricorso. E arriviamo a ieri, con la pubblicazione sui giornali di una nuova sentenza del Tribunale di Bologna-Sezione impresa, che dà ragione alla Ferrari. «È inammissibile la nullità/decadenza del marchio Ue. Ares ha violato il marchio Ue nella titolarità di Ferrari – si legge nella sentenza – nonché il diritto d’autore derivante dal design industriale della Ferrari GTO, nonché compiuto atti di concorrenza sleale».

La sentenza pronunciata nel merito dal Tribunale di Bologna inibisce così ad Ares ogni attività di pubblicizzazione, fabbricazione, produzione e commercializzazione del modello che riprende la 250 GTO e inoltre inibisce all’azienda di via Sant’Anna ogni riferimento a Ferrari e ai suoi modelli di autovettura nella propria comunicazione commerciale. Fissata a diecimila euro la penale per ogni violazione successiva alla pubblicazione della sentenza: Ares Design Modena dovrà poi pagare cinquantamila di penale a Ferrari a titolo di risarcimento del danno, oltre alle spese processuali.

Ares Design Modena, oltre cento dipendenti, negli anni ha aperto otto Studio in tutto il mondo, showroom dove si possono ammirare i suoi prodotti, e nei mesi scorsi si era detta pronta a presentare una gamma di veicoli elettrici (un monopattino, uno scooter, una bicicletta, oltre ad una moto e una city car).

Un anno fa ha presentato al pubblico la sua ultima creazione, la S1 Project. L’azienda (che si estende su 23mila metri quadrati di superficie) ha iniziato a farsi conoscere personalizzando a livello estetico vetture o moto di serie (dal Land Rover Defender alla Bentley Mulsanne) anche in esemplare unico, per poi proporre mezzi progettati a Modena come la Pantera Progettouno (basata su una Lamborghini Huracan) o appunto la S1 Project, realizzate in piccola serie. Recentemente ha presentato il Defender V8 Cabrio.

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