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La denuncia

Modena, incubo cornacchie: «Attaccano i passanti per difendere i nidi»

di Ginevramaria Bianchi
Modena, incubo cornacchie: «Attaccano i passanti per difendere i nidi»

Una residente della zona di Fratelli Rosselli: «Siamo costretti a camminare con gli ombrelli aperti»

22 maggio 2024
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MODENA. Cornacchie che attaccano i residenti per difendere i loro piccoli che stanno nei nidi.
A causa loro, per passeggiare nelle aree verdi, c’è bisogno di girare con un ombrello aperto sulla testa, oppure – ancora peggio – pur di evitarle spesso i ciclisti intenti a pedalare sbandano, rischiando di essere travolti dalle auto in mezzo alla strada.

Lo scenario si ripete da ormai dieci anni, sempre nello stesso periodo, sempre nelle stesse fasce orarie; è il ritorno di un disagio persistente, quello delle cornacchie.
Un problema che suscita sempre più preoccupazione per gli abitanti della zona che c’è tra l'inizio di via Conco e quello di via Cividale, che comprende anche la pista ciclabile che porta da via Fratelli Rosselli al parco della Repubblica.
La testimonianza
«È una situazione molto più seria di quanto si possa immaginare – commenta Roberta Bellotti, residente del quartiere – Si tratta di un gruppo di cornacchie che attaccano senza pietà passanti e ciclisti. Volendo fare un esempio, potrei raccontare di quando ho visto una cornacchia avventarsi sulla schiena di due bambini che giravano sulla ciclabile con le loro biciclette. Mentre uno dei due si dimenava per scacciarla, l’altro lo ha dovuto spostare di forza al margine della strada perché gli stava venendo addosso l’autobus».
«Negli anni, noi residenti abbiamo imparato a prendere delle misure di sicurezza per ripararci da questi volatili – continua a raccontare – Abbiamo studiato le loro fasce orarie e, se possiamo, evitiamo di girare per il parco durante quei momenti della giornata, che sono o la mattina presto oppure durante il tramonto. Portiamo sempre appresso un ombrello, per coprire le nostre teste durante eventuali attacchi. E poi abbiamo iniziato a consultare strumenti che potessero scacciarle via, come impianti a ultrasuoni. Ma questo è un progetto ancora molto remoto».
La segnalazione
L’unica pedina mossa dai residenti al momento, infatti, è stata quella di contattare i vigili urbani e l’associazione il Pettirosso, che però, a quanto pare, avrebbe dichiarato che non si può agire in merito perché «per legge non è possibile spostare i piccoli dai loro nidi».
«Noi cittadini non possiamo fare altro che puntare i riflettori sulla questione, sperando che qualcosa si muova per venirci incontro – conclude Bellotti – Il vicinato ha molto a cuore la nostra città e il nostro quartiere, e proprio per questo vorremmo tornare a vivere normalmente, a prescindere dalla stagione, dalla flora e della fauna».
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