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Paola, sfollata dopo il nubifragio a Savignano: «In casa l’acqua fino al soffitto, ho perso tutto ciò che avevo»

di Manue Marinelli
Paola, sfollata dopo il nubifragio a Savignano: «In casa l’acqua fino al soffitto, ho perso tutto ciò che avevo»

La testimonianza di Liparini: «Il fiume esondato ha sradicato anche il cancello, ora dormo da mia figlia». Nella frazione di Formica pioggia record con 177 millimetri caduti in poche ore

23 maggio 2024
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SAVIGNANO. «A casa mia l’acqua ha raggiunto il soffitto. Fortunatamente ero via altrimenti non so come sarebbe potuta andare a finire». Paola Liparini ha ancora la voce tremante raccontando di lunedì 20 maggio, quando sulla valle Panaro, ed in particolare sul comune di Savignano dove risiede, si è abbattuto un nubifragio di dimensioni epocali.

Colpite soprattutto le frazioni di Mulino e Formica, ed è proprio tra quest’ultima e il capoluogo che si trova via Rio Orzo, al confine con il bolognese. Qui il torrente omonimo è esondato, investendo senza pietà ogni ostacolo si trovasse di fronte, compresa la casa della signora Paola, dove lo scenario è surreale.

«Era già successo che il torrente superasse il livello e arrivasse nel piazzale. Ma una cosa del genere in tanti anni non si era mai vista – spiega Liparini – Il Rio Orzo sembrava più un fiume che un torrente, la portata e la violenza che aveva facevano paura. Io per fortuna non mi trovavo qua, ma quando sono rientrata da lavoro sono rimasta incredula: non potevo credere a cosa stavano vedendo i miei occhi. La forza dell’acqua ha sradicato il cancello e poi ha colpito in pieno la mia casa, dove il livello ha raggiunto almeno i due metri. Qui fuori avevo un tavolino con alcune sedie, non so proprio dove siano finiti, se li è portati via il torrente. Dentro, l’acqua toccava il soffitto, ed è quasi tutto da buttare. L’arredamento e tutto quello che si trovava al pian terreno sono irrecuperabili. Grazie all’intervento dei vigili del fuoco sono riuscita almeno a tornare dentro e a recuperare quel poco che si è salvato. La porta era bloccata dai mobili, sono dovuti salire dal secondo piano e poi spostare tutto. Per il momento mi trasferisco da mia figlia, poi si vedrà».

Quando la signora, pur con qualche difficoltà, spalanca il portone di casa, la vista è sconvolgente. Pavimento e pareti sono completamente cosparsi di fango e melma, i mobili sono accatastati uno sopra l’altro e alcuni sono andati distrutti. C’è un odore nauseante e gli ambienti sono irriconoscibili anche per chi li ha abitati per tanto tempo. Oggetti carichi di affetto, magari foto, quadri o soprammobili sono immersi nella fanghiglia, buttati per terra con violenza dalla forza della natura. Si può solo rimanere a guardare impotenti. Ma c’è la consapevolezza che poteva anche andare peggio, visto che nessuno è rimasto ferito o peggio dal violento nubifragio.


«È stato un vero disastro – continua Liparini – non so proprio cosa sarebbe potuto succedere se fossi stata qua. Ora speriamo non piova più per qualche giorno così che si asciughi tutto. Solo a quel momento potremo iniziare a lavorare e a fare una conta dei danni un po’ più dettagliata, anche se le speranze di recuperare qualcosa in casa sono minime. Chissà quando potrò rientrare, per fortuna posso sistemarmi da mia figlia. Poi si vedrà».


La quantità di pioggia caduta nella frazione di Formica è da record: 177 millimetri in poche ore (fonte Emilia Romagna meteo Aps). Praticamente le precipitazioni di due mesi si sono concentrate in un solo giorno e il torrente Rio Orzo, così come tanti altri, ha superato di molto l’argine, straripando in tutta la vallata circostante. La strada provinciale 37 è stata chiusa al traffico tutta la notte tra lunedì e martedì, poi nel pomeriggio la riapertura. Gli abitanti della zona hanno vissuto un vero e proprio incubo, specialmente chi, come la signora Paola vive proprio a due passi dal letto del torrente.