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Serramazzoni, bimbo rischia di soffocare con una caramella. La donna che lo ha soccorso: «Così sono riuscita a salvargli la vita»

di Daniele Montanari
Serramazzoni, bimbo rischia di soffocare con una caramella. La donna che lo ha soccorso: «Così sono riuscita a salvargli la vita»

La prof Bagnoli ha praticato due manovre di disostruzione

23 maggio 2024
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SERRAMAZZONI. «Ho sentito una mamma gridare: “Oddio, il mio bimbo soffoca! Aiuto, aiuto!”. E mi sono precipitata lì. Non ho fatto nulla di straordinario, ho semplicemente applicato tecniche di disostruzione che tutti possono praticare, e che tutti dovrebbero conoscere».

Non si sente un’eroina Nicole Bagnoli, ma quello che ha fatto resta comunque notevole: è lei che ha salvato, mercoledì pomeriggio al campo sportivo di San Dalmazio, un bimbo di due anni che si stava soffocando con una caramella andata di traverso mentre guardava il fratello giocare a calcio una partita del torneo organizzato dalla Polisportiva di San Dalmazio in memoria dell’allenatore Gabriele Medici, scomparso nel 2022 a soli 51 anni.

Nicole, come è partita l’emergenza?

«Io ero a vedere la partita dove giocava il mio bimbo. Quest’altro bimbo era anche lui con la mamma che guardava il fratello più grande. È stato un attimo: ho sentito gridare la madre disperata, e sono corsa lì».

E cos’ha fatto?

«Ho praticato subito le manovre di disostruzione. Prima la manovra di Heimlich, ma senza successo. E il bimbo cominciava già a perdere i sensi. Allora ho eseguito la manovra che si fa con i bimbi più piccoli, con le battute sulla schiena alternate alla compressione dello sterno, tenendolo sulle ginocchia con la testa rivolta verso il basso. Ed è andata bene per fortuna, il bimbo ha ripreso a respirare con la gola libera. Poi sono arrivati i soccorritori (sul posto l’Avap di Serra e il 118 con anche l’elicottero, ndr) che l’hanno controllato tutto, portandolo in ospedale, ma stava bene e parlava piangendo. Poverino, si è preso una bella paura, ma anche la sua mamma e tutti noi che eravamo lì».

E che cosa le ha detto la mamma?

«Non finiva più di ringraziare, piangendo. Ha avuto paura di perderlo, in questi casi è davvero questione di attimi».

Dove ha imparato le manovre salvavita?

«Le ho imparate quando sono diventata mamma, mi ha sempre spaventata il pericolo di soffocamento dei bimbi. E ho fatto bene perché una volta le ho dovute usare su uno dei miei bimbi a cui era andato di traverso un maccherone. Andò bene anche quella volta, per fortuna. Poi ho sempre seguito i corsi per l’emergenza che facciamo a scuola, io sono insegnante di Matematica al Marconi di Pavullo».

Beh quindi una formazione che si è rivelata decisiva per ben due volte...

«Sì, quando fai questi corsi ti spiegano che trovarsi di fronte a queste emergenze, per bambini o adulti, della propria famiglia o estranei, non è affatto raro. E bisogna sapere cosa fare. Ringrazio di essere stata in grado di farlo in maniera tempestiva, anche se non nascondo che ho avuto anch’io una certa paura di non riuscirci, in quegli attimi concitati. Bisogna essere concentrati, calmi e decisi, perché se si fanno in questo modo le manovre salvavita hanno un’altissima percentuale di riuscita».

Una raccomandazione?

«A tutti, adulti e ragazzi, dico: basta una lezione per imparare queste manovre, sono molto semplici. Fatelo, non ve ne pentirete mai. E un giorno vi potrebbe succedere di salvare una vita».

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