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Crisi Maserati, 400 lavoratori via dall’Innovation Lab

di Giovanni Medici
Crisi Maserati, 400 lavoratori via dall’Innovation Lab<br type="_moz" />

La conferma alla tavola rotonda Uilm: saranno trasferiti nello stabilimento di via Menotti

25 maggio 2024
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MODENA.Cassa integrazione da dicembre, contratti di solidarietà anche nelle prossime settimane, esuberi annunciati ad aprile, progressivo smantellamento dell’Innovation Lab comunicato la settimana scorsa.

È uno stillicidio di notizie negative quello che riguarda la Maserati di Modena. Nei prossimi giorni infatti inizierà il trasferimento delle 400 maestranze impiegate finora in via Emilia Ovest negli uffici della torre che domina lo stabilimento di via Ciro Menotti. Entro l’anno il grande edificio ex Orlandi rimarrà così un guscio vuoto, come l’ex Maserati a Grugliasco, ora in vendita.

Lo ha confermato ieri Alberto Zanetti, segretario Uilm Modena e Reggio Emilia alla tavola rotonda organizzata dal sindacato all’hotel RMH Raffaello.

«Parte di questo spostamento era già iniziato; questi dipendenti lavoreranno al 50% in smart working, mentre per coloro che erano impiegati nelle due officine presenti in via Emilia Ovest si troverà uno spazio sempre – ha detto Zanetti - in via Ciro Menotti».

L’Innovation Lab, voluto dall’ex ad Marchionne, è il centro di ricerca e sviluppo realizzato grazie a forti investimenti dell’allora FCA e destinato non solo a progettare la nuova MC20 e la linea di motori elettrici Folgore, via via adottati da tutti i modelli Maserati, ma anche le Alfa Romeo Stelvio, Giulia, Tonale. Un presidio strategico nel momento in cui la transizione energetica cominciava ad essere il ‘pane quotidiano’ per il settore dell’auto in Italia. La sua chiusura, con lo spostamento dei dipendenti e delle tecnologie in via Ciro Menotti, non può che far dubitare sulla reale volontà di Stellantis di dare prospettive a Maserati.

All’inizio erano addirittura 800 gli ingegneri qui impiegati, attualmente sono 400: ricordiamo che sono stati 173 gli esuberi (uscite volontarie) già concordati due mesi fa tra l’azienda ed alcune organizzazioni sindacali. Si tratta in gran parte (130) di giovani ingegneri e progettisti che non avranno forse grossi problemi a trovare una nuova sistemazione in altre imprese della Motor Valley, sempre alla ricerca di queste figure, e che magari erano stati allettati a suo tempo a venire a lavorare a Modena. A differenza degli operai e degli impiegati considerati in sovrannumero dalla Maserati, che nella nostra città continua a produrre un solo modello, la supersportiva MC20, nelle sue varianti Cielo (spider), GT2 (per le corse) e presto Folgore.

Nel 2023 di MC20 da via Ciro Menotti ne sono uscite 1.244 nelle diverse versioni. Tutti i modelli attualmente in produzione e quelli futuri sono e saranno 100% disegnati, sviluppati e prodotti in Italia. Lo ha riaffermato anche recentemente la dirigenza del Tridente. E Maserati ha riconfermato gli investimenti previsti sull’Atelier, area di personalizzazione delle livree delle vetture dei clienti, che dovrebbe aprire entro la fine dell’anno.

Maserati ha recentemente presentato GranCabrio, la versione con la capote in tela della GranTurismo, realizzata a Mirafiori: ma l’unico prodotto del Tridente che sta andando benino è il suv medio Grecale (prodotto a Cassino) mentre quelli ormai usciti di produzione non si sa ancora se e quando avranno successori.

L’anno passato Maserati ha avuto un netto calo di vendite, arrivate a rappresentare un quinto di quelle del 2017. Nel primo quadrimestre 2024 queste in Italia sono scese ulteriormente, a poco più di mille unità, con un calo di oltre il 20% sul corrispondente periodo dell’anno passato.

«Le richieste di MC20 sono crollate del 75% - ha concluso Zanetti – e senza centro di progettazione quale futuro è plausibile per Maserati a Modena?».

La poca attenzione al territorio che la vicenda Maserati sembra portare all’attenzione di tutti è proprio quello che Vincenzo Colla, assessore regionale ad Economia e Lavoro, ha stigmatizzato ieri al convegno della Uil come un comportamento opposto a quello di aziende che vivono e prosperano in un territorio dove si cerca di lavorare insieme per la ricucitura di una coesione sempre più messa in pericolo.

«Qui stiamo facendo il più grande investimento sulla digitalizzazione, la sostenibilità e le competenze. La nuova missione di questa Regione, ora, è un nuovo equilibrio democratico, investendo in un settore fondamentale che è appunto l'economia sociale. Il Patto per il Lavoro che abbiamo firmato certifica come un modello può funzionare. L’Emilia-Romagna – ha affermato Colla - dovrebbe essere presa ad esempio anche dell’intero paese in questo senso».

Il segretario nazionale della Uilm Rocco Palombella ha lanciato dal canto suo ieri mattina molti strali contro Stellantis e nel corso del suo intervento è tornato a chiedere al Governo un incontro sui temi dell’industria meccanica, «mortificata dalle recenti esitazioni della politica. Servono spinte, stimoli, idee. E nel prossimo contratto nazionale dei metalmeccanici – ha concluso - chiediamo stipendi più alti e meno ore di lavoro». l