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Dodici anni dopo il sisma in Emilia: «Il dolore di quel 29 maggio non passerà mai»

di Chiara Marchetti
Dodici anni dopo il sisma in Emilia: «Il dolore di quel 29 maggio non passerà mai»

Il commosso ricordo della madre di Biagio Santucci, una delle vittime crollo dell’Haemotronic a Medolla

29 maggio 2024
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MEDOLLA. «Quella mattina ci siamo salutati prima di andare a lavorare. Poi, lui è andato a Medolla e io a Cavezzo. È stata l’ultima volta che l’ho visto».

A dodici anni di distanza, Anna Cannavacciuolo parla di quella giornata, il 29 maggio 2012, con una lucidità disarmante.

La Bassa si stava ancora riprendendo dalla violenta scossa di nove giorni prima, quando la terra ha tremato di nuovo, cogliendo tutti di sorpresa.

«Ricordo di aver pensato a mio figlio Cristian, in sedia a rotelle nella tendopoli di Mirandola. In quel momento non mi ha nemmeno sfiorato l’idea che potesse essere successo qualcosa a Biagio».

Anna è la mamma di Biagio Santucci, il 24enne che quella mattina perse la vita nel crollo dell’Haemotronic di Medolla, insieme ai colleghi Giordano Visconti, Matteo Serra, Paolo Siclari.

«Anche io ero tornata al lavoro nella scuola materna di Cavezzo. Dopo la scossa ho fatto rientro nella tendopoli e insieme a un’altra mamma ci siamo messe ad aspettare i ragazzi dell’Haemotronic».

A un certo punto, però, Anna sentì che qualcosa non andava. «Sono corsa davanti alla fabbrica e l’edificio non c’era più. Intorno a me vedevo solo macerie».

Biagio è stato trovato il giorno dopo, a mezzogiorno.

«C’era caldo e ricordo ancora la luce del sole, in quel momento per me era intollerabile. Eravamo vicinissimi, lui a Medolla e io a Cavezzo, divisi solo dal campanile crollato di San Giacomo Roncole. Per anni non mi sono perdonata il fatto di non aver pensato a lui, quando ho sentito la scossa». Un dolore inimmaginabile.

«Ogni notte mi viene in mente quella trave non bullonata, crollata sulla testa di mio figlio mentre provava a scappare. Penso alla sofferenza che deve aver provato e alla paura nel sentirsi in trappola».

Poco più di un mese fa, la Corte d’Appello di Bologna ha confermato la sentenza in primo grado relativa alle due cause che le famiglie di Santucci e Visconti hanno intentato contro Haemotronic, obbligando l’azienda medollese a risarcirle entrambe.

«Non nego – continua Anna – che quando è arrivata la notizia mi sia sentita un po’ sollevata, come se fosse stata fatta giustizia. Non mi interessa niente dei soldi, perché la perdita di un figlio o di un familiare non sarà mai quantificabile e di certo non ha un valore economico.

« La sentenza, però, ha appurato il grado di responsabilità di quanto accaduto e questo è importante per me, come mamma».

Oggi, Anna e la figlia Luana parteciperanno alle commemorazioni organizzate a Mirandola e Medolla.

«Sono undici anni che il 29 maggio prendo un permesso di lavoro. Su una mensola a casa ho una foto di entrambi i miei figli, Biagio e Cristian, e parlo con loro tutti i giorni. Penso spesso al 28 maggio 2012, quando eravamo ancora tutti insieme.

«Mi viene un nodo in gola, è un dolore che non passerà mai». l