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Va al Cau per un dolore toracico, muore in attesa del trasferimento in ospedale

Va al Cau per un dolore toracico, muore in attesa del trasferimento in ospedale

Il 93enne aveva un infarto in atto: è il secondo decesso in pochi mesi nel Centro di assistenza urgenza della Bassa bolognese

28 maggio 2024
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BOLOGNA. Si è presentato al Cau di Budrio, nella Bassa bolognese, per un dolore toracico persistente da 12 ore. Ma al momento di trasferirlo in ospedale ha avuto un arresto cardiaco. Vani i tentativi di rianimarlo. E così è deceduto ieri pomeriggio un anziano di 93 anni della provincia di Bologna.

L’uomo, accompagnato dai familiari, sarebbe arrivato al Centro assistenza urgenza di Budrio con forti dolori al torace da molte ore. Non appena arrivato, è stato preso in carico ed è stato allertato il 118. Sottoposto all’elettrocardiogramma, è emerso un infarto in atto. Con la cardiologia del Sant’Orsola sono state quindi condivise le terapie da adottare e le procedure per il trasferimento in ospedale.

All’arrivo dell’automedica, però, mentre l’anziano veniva spostato sulla barella per essere trasferito al Sant’Orsola, si sarebbe verificato l’arresto cardiaco. Immediati i tentativi di rianimarlo, durati molto tempo. Ma non c’è stato nulla da fare e il 93enne è deceduto. Nel dicembre scorso, un altro pensionato di 85 anni era morto per un problema cardiaco poco dopo essere entrato al Cau di Budrio, mentre era in accettazione, dopo essere stato per sei ore al Pronto soccorso del Sant’Orsola.

L’Ausl di Bologna, intanto, «porge le più sentite condoglianze ai famigliari» del 93enne morto e ci tiene anche a ricordare «che, come sempre sostenuto, si raccomanda ai cittadini che avvertono dolore toracici di chiamare immediatamente il 118». L’anziano si è infatti presentato al Cau «accompagnato dai famigliari per un dolore toracico persistente da oltre 12 ore», ripercorre i fatti l'Ausl di Bologna. Di fronte a quei sintomi, gli operatori sanitari del Cau hanno «allertato immediatamente il 118. Il paziente è stato registrato, è stato preso in carico ed è stato eseguito l’ecg, trasmesso come da protocollo alla cardiologia del Sant’Orsola da cui è emerso un infarto in atto e con cui sono stati presi accordi per la terapia da somministrare prima della centralizzazione del paziente».

L’anziano doveva essere dunque trasferito, ma pochi minuti dopo l’arrivo dell’automedica, anticipata dall’ambulanza con l’infermiere a bordo, il 93enne è andato in arresto cardiocircolatorio. Il personale del 118 ha subito eseguito le manovre di rianimazione, ma a causa della «estensione dei segni ischemici» e delle «condizioni di fragilità del paziente», non è stato possibile salvare la vita del 93enne.

Sul decesso, intanto, scoppia la polemica. «Senza speculazione alcuna, evidenziamo come vi sia una palese mancanza di chiarezza nei cittadini rispetto a questi ambulatori e di come sia stata creata confusione nei processi medici e di emergenza-urgenza», afferma la capogruppo Fdi, Marta Evangelisti.

Il sindacato Snami chiede alla Regione «un filtro a monte da parte di un medico che possa indirizzare il paziente alla struttura giusta in base ai sintomi, togliendo la parola “urgenza” dal nome della struttura».

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